I GLADIOLI

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    MaryRosa

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    I GLADIOLI



     



    La propagazione per semina viene utilizzata solo per la produzione di nuove varietà.


    Dopo 5-6 settimane dalla fecondazione matura la bacca, contenente in media 40 semi, che verranno seminati subito dopo oppure nella primavera successiva.


    A seconda del genotipo, della data di semina, delle condizioni climatiche e della densità, i germinelli producono, dopo il 1° anno di vegetazione, un piccolo cormo vegetativo, che richiede un secondo anno di ingrossamento per arrivare a fiore; con condizioni climatiche favorevoli e coltivazione ininterrotta si ottiene il fiore dopo 10-12 mesi dalla semina, se effettuata subito dopo la raccolta del seme.




    Gli ibridi ritenuti interessanti per fioritura, tasso di moltiplicazione, bassa sensibilità alle malattie e alle condizioni climatiche sfavorevoli, facilità di coltivazione vengono propagati per coltura di tessuti in vitro in modo da aumentare lo stock di materiale iniziale.


    In seguito le varietà vengono moltiplicate sfruttando i piccoli cormi prodotti dal bulbo madre.


    Il materiale di propagazione commerciale, proveniente da colture condotte su terreno indenne e da materiale di base sano, dopo la raccolta viene trattato con acqua calda e conservato in condizioni adatte per rompere la dormienza e facilitare la crescita.


    La fase di ingrossamento per ottenere i cormi in forza a fiore richiede 1 o 2 anni di coltura a seconda del calibro di partenza e delle condizioni climatiche.




    Il materiale di propagazione, costituito da piccoli cormi con una circonferenza fino a 2 cm, viene seminato nella quantità di 3000 litri per ettaro (12-15 milioni di cormi) e origina un raccolto di circa 8 milioni di cormi con una circonferenza variabile da 2 a 6/8 cm, con prevalenza delle classi dimensionali 3/4 e 4/6 cm, ma anche cormi in forza a fiore per colture in ambienti favoriti dal clima.


    Partendo da piccoli cormi di dimensione da 2 a 6 cm si ottengono, dopo una stagione di vegetazione, cormi in forza a fiore con circonferenze da 6/8 a 14cm.


    La quantità seminata varia a seconda della circonferenza del piccolo cormo: 1,2-1,4 milioni per ettaro per quella da 2-3 cm, 1-1,2 milioni per quella da 3-4 e 0,55-0,7 milioni per quella da 4-6.




    Il rapporto fra il peso del materiale di propagazione impiegato per ettaro e quello dei cormi raccolti, a parità di numero di piccoli cormi impiantati, si riduce al crescere del calibro di impianto, da 27 per quello 3-4 cm a 12 per quello 5-6 cm. La resa nella moltiplicazione dipende molto dal genotipo varietale. La profondità di impianto varia a seconda del tipo di terreno da 5 cm in quelli pesanti a 10 in quelli sabbiosi, minore per i calibri più piccoli e maggiore per quelli più grandi.


    L'ingrossamento dei cormi viene effettuato tradizionalmente in Olanda; una grossa produzione ha preso piede in Brasile dove sono possibili due produzioni per anno, mentre quella francese ed italiana sono rivolte al soddisfacimento di una parte del mercato locale.



    Il gladiolo può essere ingrossato in differenti tipi di terreno; è preferibile scegliere quelli sabbiosi o limo-sabbiosi, poveri di scheletro, che permettono un più agevole e redditizio impiego delle macchine per la raccolta dei cormi, anche se richiedono una più puntuale gestione idrico-nutrizionale.


    Il terreno deve essere indenne dai principali problemi fitopatologici o disinfettato con mezzi chimici o fisici; avere un pH di 6,0-7,0, con un ottimo a 6,5 e non avere ospitato la stessa coltura negli ultimi 7-10 anni.



    Il campo viene lavorato in profondità nell'inverno precedente e nell'occasione viene interrata la concimazione organica; prima della disinfezione o dell'impianto vengono effettuate lavorazioni superficiali per affinare la superficie, formare le porche ed interrare la concimazione minerale.


     


    GLADIOLUS



    Il Gladiolus è un genere delle Iridaceae. Originario dell'Africa e dell'Eurasia, dà piante perenni bulbose o rizomatose, spontanee nell'area mediterranea europea, nell'Europa centro-orientale, in alcune isole tropicali africane e nell'Africa australe. Tali piante possono avere altezze variabili da 20 cm a 1 m a seconda della specie, con bulbi di forma depressa.


    Il nome latino attribuitogli da Plinio è dovuto alla forma delle foglie simili alla corta spada romana, il Gladius.




    I fiori variamente colorati, e poco durevoli, sono portati da spighe erette.


    Alcune specie sono spontanee anche in Italia, tra queste la più diffusa è il Gladiolus italicus (Miller) (= Gladiolus segetum (Ker-Gawl.)) specie dalle corolle color rosa cremisi, chiamata volgarmente Pancacciuola o Fior di spada, è diffusa dal livello del mare fino ai 1.000 m, nell'Isola d'Elba, in Liguria e in Toscana. Il gladiolus italicus si trova anche in Sicilia.


     


    COLTIVAZIONE DEL GLADIOLO COME PIANTA ORNAMENTALE



    Come piante ornamentali vengono utilizzati i numerosi ibridi derivati dalla selezione delle ibridazioni, durate più di un secolo, tra le specie esotiche africane, come il G. cruentus, il G. floribundus, il G. oppositiflorum, il G. primulinus il G. psittacinus e il G. quartinianus, dal portamento elegante e la forma dei fiori stilizzata dai colori brillanti, delicati o intensi.


    Le varietà in miniatura vengono coltivate in vaso per decorare i terrazzi. I gladioli a fiori grandi sono coltivati nei giardini per bordure miste o macchie di colore, e industrialmente per la produzione del fiore reciso.


    Di facile coltivazione in pieno sole, preferisce suolo fertile, leggero e sciolto; viene facilmente colpito da malattie se coltivato su terreno pesante con ristagno di umidità o nei suoli calcarei.




    Qualche concimazione anticipata, annaffiature non eccessive ma abbondanti nel periodo della fioritura, associandovi un fertilizzante liquido minerale, anche per favorire lo sviluppo dei bulbi.


    La moltiplicazione avviene solitamente per interramento dei cormi, i piccoli bulbi che si formano a lato del bulbo principale; o con i bulbi, a cui è stata lasciata almeno una foglia dopo la raccolta del fusto fiorito, e che sono stati tolti dal terreno in autunno, asciugati in luogo riparato sottoposti eventualmente a disinfestazione e conservati in ambienti freschi e secchi, per evitare la precoce emissione dei getti.




    I bulbi vengono generalmente interrati alla fine del periodo freddo, ad almeno 5-10 cm di profondità o di più nei terreni siccitosi; per ottenere fioriture scalari si possono piantare in momenti diversi.


    Questo tipo di moltiplicazione agamica garantisce la perfetta riproduzione dei caratteri delle 'cultivar', ottenendo buone fioriture già dal primo anno.


    Nelle produzioni industriali le piante vengono trattate come annuali, utilizzando i bulbi per una sola fioritura e scartandoli alla fine del ciclo produttivo.


    La moltiplicazione può avvenire con la semina, ottenendo nella maggior parte dei casi dei poli-ibridi dalle caratteristiche molto variabili, le piante ottenute da seme iniziano a fiorire dal 2-3 anno.



    Tra le molte specie, ibridi e relative cultivar citiamo:


    Il G. gandavensis che porta una decina di fiori aperti contemporaneamente, produce un basso numero di bulbetti intorno al bulbo principale.


    Il G. lemoinei caratterizzata da una macchia scura sui tepali inferiori, porta pochi fiori aperti contemporaneamente sullo stelo, ha spesso la spiga ramificata, può portare fiori di colore blu, produce molti bulbetti.


    Il G. nanceyanus ha fiori di grandi dimensioni con una macchia di colore vivo sui tepali inferiori, poco numerosi quelli aperti contemporaneamente.


    Il G. childsii che ha steli vigorosi e fiori molto grandi.


    Il G. primulinus con il fusto esile che porta piccoli fiori dalle tinte varie e delicate ed il petalo superiore centrale molto piegato in avanti, si presta alla forzatura.


    Il G. colvillei con steli esili che portano fiori piccoli; viene sempre più raramente coltivato per la fioritura invernale, forzandolo in cassoni o in serra nel Nord Italia.


    Il G. tristis che ha steli sottili ma robusti, dai fiori bianco-crema con una macchia rossastra, adatta alla forzatura invernale, può essere riprodotto per seme mantenendo le proprie caratteristiche.



     
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