IL MIO GIARDINO E I MIEI FIORI

Posts written by MaryRosa

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    L'ORCHIDEA : COME CURARLA E MANTENERLA IN FIORE


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    L’orchidea è un fiore molto delicato che va curato nella maniera giusta in modo che possa mantenersi al meglio nel tempo e rifiorire. Vi avevamo già spiegato come coltivare le orchidee e quali varietà di orchidee scegliere da tenere in casa o per il giardino.

    Come innaffiare l’orchidea

    Uno dei passaggi principali per assicurarsi che le orchidee si mantengano sempre in salute è l’innaffiatura.

    L’ideale è avere a disposizione una ciotola o un piccolo secchio da riempire con dell’acqua che non deve essere né troppo fredda né troppo calda.

    Scegliete acqua a temperatura ambiente. Dovrete immergere l’orchidea nell’acqua senza mai bagnare le foglie e in modo che le radici possano assorbirla. Immergete nell’acqua l’orchidea per qualche minuto e lasciatela sgocciolare prima di rimetterla nel vaso.

    Molte specie di orchidea richiedono di essere innaffiate soltanto una volta alla settimana o ogni dieci giorni proprio con il metodo indicato poco sopra. Potrete chiedere maggiori informazioni al riguardo al vostro vivaista di fiducia.

    Come mantenere l’orchidea in fiore

    Forse non sapevate che i fiori delle orchidee possono durare molto a lungo. Infatti le orchidee rimangono in fiore anche per diversi mesi se vengono curate nel modo giusto. Se i fiori delle orchidee cadono dopo poco tempo, probabilmente c’è qualcosa che non va.

    Può darsi che l’orchidea non sia esposta alla luce in modo sufficiente, che non la stiate innaffiando abbastanza o che l’abbiate bagnata troppo, oppure si tratta di un problema legato ad un uso scorretto dei fertilizzanti. Nel dubbio meglio scegliere prodotti specifici per le orchidee e seguire le istruzioni con molta attenzione.

    Esposizione al sole delle orchidee

    Se state coltivando le vostre orchidee in casa, ricordate di posizionarle vicino ad una finestra e in una stanza luminosa durante l’inverno, ma attenzione alla luce solare eccessiva durante la stagione estiva.

    Infatti le orchidee amano l’esposizione alla luce ma non il sole diretto. Ecco perché in estate potrebbe essere utile mettere i vasi delle vostre orchidee sempre vicino ad una finestra ma che magari sia protetta da una tenda leggera, così da evitare che i raggi solari possano rovinare i fiori o addirittura seccarli.

    Il microclima adatto per le orchidee

    Le orchidee amano gli ambienti umidi dato che sono dei fiori di origine tropicale. Per creare il microclima più adatto per le orchidee il consiglio è di creare un angolo dedicato solo a loro. Non lasciate sola una singola pianta di orchidea ma circondatela con altri vasi di orchidee o di fiori tropicali.

    Per mantenere l’ambiente almeno leggermente umido potrete nebulizzare un po’ d’acqua di tanto in tanto alla base delle vostre orchidee, facendo attenzione a non bagnare mai troppo i fiori e le foglie, soprattutto perché i fiori potrebbero macchiarsi.


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    LA SALVIA SUL BALCONE


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    Tra le erbe utilizzate in cucina è sicuramente una delle più comuni: la salvia è una pianta aromatica utilizzata nella preparazione di diversi piatti e le sue foglie vengono utilizzate in cucina fresche o essiccate per insaporire dai primi piatti ai secondi di carne e pesce o per tisane e decotti.

    Facile da coltivare nei giardini o sui balconi di casa, è una pianta che vive bene in un clima caldo e soleggiato anche se resiste efficacemente anche al clima più rigido e al vento più intenso.

    Della salvia sono particolarmente note le sue proprietà antinfiammatorie, balsamiche, digestive ed espettoranti e come per altri tipi di piante aromatiche, anche per la salvia esistono diverse varietà: quella più utilizzata in cucina è la officinalis o salvia comune.

    In generale la salvia preferisce terreni neutri o leggermente calcarei e sabbiosi, molto permeabili in modo da favorire un buon drenaggio e una buona circolazione dell’aria.

    Non ama i terreni acidi e pesanti e non necessita di grandi quantità di acqua. Le piante di salvia vanno tenute, se possibile, lontano da altre piante…soprattutto quelle aromatiche come il rosmarino e l’origano che hanno una crescita più veloce e tendono a soffocarla.



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    Ecco a voi altri 5 consigli per coltivare e mantenere la salvia.



    1. Il vaso deve essere di terracotta e mediamente grande, di circa 40 cm di diametro e altezza

    2. Il terreno deve essere di tipo leggero, calcareo o sabbioso, che abbia una buona drenatura che non crei ristagni d’acqua

    3. Innaffiare solo quando il terreno è ben asciutto, visto che un ristagno idrico può danneggiare la pianta

    4. La potatura va effettuata alla fine della fioritura praticando un piccolo taglio obliquo sul rametto da asportare

    5. Le infiorescenze vanno essiccate in luoghi ombrosi e conservate in sacchetti di tela o carta mentre per conservare bene le foglie fresche, si posso riporre in piccoli vasi di vetro al riparo della luce.


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    LE PICCOLE PIANTE DA FRUTTA E DI VERDURA SUL BALCONE ESPOSTO AL SOLE


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    FRAGOLINE


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    Le piantine di fragole sono semplici da curare e le potrete coltivare in vaso sul vostro balcone esposto al sole.
    Il periodo migliore per piantare le fragole è la primavera, così potrete gustare i loro frutti di stagione durante l’estate.



    POMODORINI


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    Se avete un balcone esposto al sole ma poco spazio a disposizione vi consigliamo di scegliere delle piante di pomodorini da coltivare in vaso.
    Li potrete raccogliere durante l’estate e aggiungerli direttamente alle vostre insalate.



    ZUCCHINE


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    Le zucchine hanno bisogno di sole e di spazio.
    Vi consigliamo di scegliere vasi grandi e varietà di zucchine tonde da coltivare in balcone per avere i risultati migliori.
    Potrete coltivare le zucchine in vaso direttamente dal seme e scegliere sementi bio.



    PEPERONCINI


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    Potrete coltivare facilmente i peperoncini in vaso sul vostro balcone esposto al sole. Troverete peperoncini di diverse dimensioni e colori ma soprattutto con un differente grado di piccantezzza.
    Potrete scegliere dei peperoncini decorativi dai colori vivaci oppure dei peperoncini piccanti da utilizzare freschi in cucina o da lasciare essiccare.


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    Edited by MaryRosa - 15/6/2016, 17:23
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    BUGANVILLEE: COME COLTIVARLE, QUANDO PIANTARLE E POTARLE



    Le buganvillee sono piante originarie del Sudamerica.
    Sono adatte a siepi e pergolati nelle loro varietà rampicanti.
    Vengono coltivate come piante ornamentali per abbellire ed arricchire di colore il giardino.

    Colori come il rosa, il fucsia e il viola sono i più frequenti per le buganvillee. Queste piante amano le esposizioni soleggiate. Le possiamo ammirare soprattutto lungo i muri, nei cortili e vicino alle verande.

    Oggi le buganvillee sono diffuse in molte zone d’Italia e d’Europa, soprattutto nelle regioni dal clima mite. Scopriamo come coltivare le buganvillee, quando piantarle e quando è il momento di potarle.
    Da poco è diventato possibile coltivare questa viola bellezza (bungavillea), caratteristica degli ambienti mediterranei e dei suoi giardini, anche nel vostro giardino sul terrazzo o sul balcone.

    Potete portarvi a casa la calda atmosfera del mediterraneo, soprattutto se combinate la Bougainvillea con dell’Ulivo o del Callistemon.
    La pianta deve il suo nome all’ammiraglio, botanico ed esploratore francese L.A. de Bougainville, che scoprì questa bellezza in Brasile.

    Oggigiorno la pianta cresce ed è coltivata in molti paesi bagnati dal mar Mediterraneo, in America Centrale e nella parte meridionale degli Stati Uniti. La Bougainvillea è un sempreverde e appartiene alla famiglia delle Nyctaginaceae esattamente come la Mirabilis jalapa, comunemente chiamata come Bellezza del Perù o ‘ Il fiore delle Quattro del pomeriggio’.

    La Bougainvillea si adatta molto bene alle potature che le conferiscono forme particolari.
    Noterete la potatura laddove nei rami fioriranno fiori un po’ più piccoli rispetto gli altri, questo solo nella prima stagione dopo la potatura, la vostra Bougainvillea fiorirà due volte all’anno.
    In primavera ed in autunno

    La pianta ama il caldo e la luce. Si coltiva di preferenza in giardini al mare.

    Questa eccezionale pianta ama e sopporta molto bene anche il sole diretto.

    Se da voi il clima è rigido : Ricordatevi, durante l’inverno, di portare all’interno la vostra Bougainvillea, soprattutto per evitarle le gelate notturne.
    Lasciatela riposare in una posizione interna assolata.
    Per sviluppare al massimo lo sviluppo di nuovi fiori, vi consigliamo di tenere il terreno molto secco fino a poco prima dell’inizio della fioritura.
    Durante la successiva fioritura dovete incrementare la frequenza delle innaffiature e controllate che le radici siano sempre umide.
    Una volta ogni due settimane sciogliete nell’acqua d’irrigazione del nutrimento adatto.
    Passata la stagione della fioritura, soprattutto in inverno, la pianta avrà bisogno di meno acqua e le radici dovranno essere moderatamente umide, lontano dal gelo invernale.



    QUANDO PIANTARLE


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    Acquistate le piantine delle buganvillee dal vostro vivaista di fiducia. Piantate le buganvillee in primavera, quando le gelate saranno terminate e preferibilmente in una zona dal clima temperato e piuttosto mite. Se piantate le buganvillee in vaso perché vivete in una zona dal clima non molto mite, le potrete tenere in un luogo interno e riparato in inverno per poi trasferirle all’aperto in primavera e in estate quando le temperature saranno superiori ai 16°C.


    COME CILTIVARLE


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    Potrete coltivare le buganvillee in giardino in tutta Italia tranne nelle regioni a clima molto rigido. Le buganvillee richiedono un terreno fertile e con buona umidità. Posizionate le buganvillee in punti soleggiati e riparati dalle correnti fredde.

    Di solito le buganvillee si coltivano in giardino, ma alcune specie dalle foglie piccole, come la buganvillea della varietà Sanderiana, vengono coltivate anche in vaso. Le buganvillee rampicanti delle specie più grandi e rustiche possono raggiungere i 10 metri di altezza.

    Se volete coltivare le buganvillee in vaso, in appartamento, scegliete la varietà Buganvillea butttiana che potrete far crescere a cespuglio con regolari spuntature degli apici e mantenendo la pianta in un ambiente caldo e luminoso per favorire la fioritura.



    LE BUGANVILLEE IN FIORE


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    Le buganvillee vivono bene in un ambiente caldo e umido che ricordi il più possibile il clima tropicale. Vi raccomandiamo di innaffiarle spesso soprattutto durante la stagione estiva e se le coltivate in vaso. Annaffiate le buganvillee una volta al giorno, al mattino presto oppure la sera e fate attenzione che non rimangono dei ristagni idrici nei sottovasi per non rischiare il marciume delle radici.



    QUANDO POTARLE E RINVASARLE


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    Potrete rinvasare o rinterrare le buganvillee in primavera utilizzando del terriccio misto a torba. Se avete la necessità di fertilizzare le buganvillee, scegliete presso il vostro vivaio di fiducia un concime specifico per questo tipo di piante.

    Il suggerimento è di potare le buganvillee prima dell’arrivo della primavera, idealmente nel mese di febbraio. La potatura consiste nella semplice eliminazione dei rami che appaiono più deboli. L’importante è cercare sempre di conferire alla pianta una forma armoniosa.

    Le buganvillee sono piante che crescono piuttosto velocemente, quindi non dovrebbero temere le potature invernali, dato che in primavera con le nuove foglie e con la fioritura si riprenderanno al meglio.


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    LE ERBE OFFICINALI DA COLTIVARE IN CASA O SUL BALCONE


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    Le erbe officinali da coltivare a casa o sul balcone ho copiato le indicazioni della ditta Ricola, azienda svizzera produttrice di specialità dolciarie con 13 erbe officinali, attenta all’ambiente e a ogni fase del processo di produzione fin dalle materie prime.

    Milano sta vivendo un momento magico per quanto riguarda il verde in città. Si è appena conclusa la XXI edizione di Orticola ai giardini Indro Montanelli,e già gli appassionati di piante e fiori si stanno spostando alla Stazione Cadorna per andare ad ammirare il Giardino Verticale lungo i binari: che è stato allestito dalla Ricola.
    L’azienda ha regalato alla città un’area verde in una location tipicamente urbana riproducendo i suoi giardini delle erbe, l’ingrediente principale delle caramelle svizzere.
    Questi giardini verticali, accolgono le 13 erbe Ricola, che sono alla base di tutti i prodotti dell’azienda, e sono collocate in apposite tasche contenitrici poste a ridosso delle colonne: le erbe cresceranno seguendo il ritmo della natura, sfruttando una particolare vasca di raccolta acqua con un sistema d’irrigazione a ricircolo.

    Il verde fa bene alla nostra persona, agli occhi, al palato e alla salute: voi potrete coltivare queste erbe sul vostro terrazzo, oppure se imparate a conoscerle, andarle a cercare in campagna.
    La vostra passeggiata così diventerà ancora più salutare.

    Ed ecco le 13 erbe officinali che caratterizzano le caramelle Ricola, conosciamole meglio e scopriamo come usarle.



    Timo


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    Il Timo è una pianta profumatissima e molto versatile in cucina, facilita anche la digestione.
    È una delle erbe che fa parte del bouquet garni ed è ideale per la cottura lenta di stufati e minestre.
    Inoltre il timo è anche usato nella cura del raffreddore.



    Alchemilla


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    La Alchemila nella varietà Vulgaris era l’erba degli alchimisti, usata per la pietra filosofale.
    Le foglie giovani della coppa di rugiada si aggiungono nelle insalate e in Svizzera ci aromatizzano anche il tè, oltre a essere una delle erbe più usate per le caramelle balsamiche.



    Salvia


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    La Salvia in cucina è la regina delle erbe aromatiche.
    Ingrediente fondamentale per i saltimbocca alla romana, per condire i ravioli con il burro; il suo trito serve per aromatizzare mille preparazioni, e fritta è un gustoso stuzzichino per accompagnare l’aperitivo.
    I suoi fiori si possono aggiungere all’insalata, oppure si possono usare per ottenere una tisana leggermente balsamica.



    Veronica


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    La Veronica è utilizzata in cucina per arricchire insalate, piatti di verdure e zuppe.
    Usata per calmare la tosse, si ottiene la tisana perfetta se miscelata con un quarto di veronica, di piantaggine, e foglie e fiori di farfaro. Per una tazza di tisana è sufficiente un cucchiaino di questo composto, da aggiungere all’acqua calda e da tenere 8 minuti in infusione, poi si filtra e si consuma tiepida, senza zucchero.
    Il suo fiore è chiamato anche occhi della Madonna.



    Sambuco


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    I bellissimi fiori bianchi a grappolo del Sambuco si prestano in cucina a mille preparazioni.
    Si possono friggere, dopo averli passati in pastella, si possono anche impiegare per fare un gustoso sciroppo e addirittura una zuppa.
    L’aroma dei fiori ricorda il Moscato e per questo motivo sono fermentati per produrre delle bevande alcoliche.
    I frutti svolgono un’azione antiossidante e antivirale, dato che i loro acidi contengono vitamina C e folato.



    Primula


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    La Primula, il cui nome deriva dal latino primus perché è uno dei primi fiori a sbocciare in primavera.
    La tradizione vuole che si mangi il primo fiore che vediamo, esprimendo un desiderio.
    Le sue foglie lessate costituiscono un piatto di verdure alternativo, mentre i fiori si aggiungono alle marmellate, nelle insalate e si possono anche candire.
    È ideale per combattere la spossatezza fisica e psicologica, la stanchezza primaverile e un decotto fatto con la sua radice attenua la tosse.



    Marrubio


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    Questa erba è chiamata anche marrobio ed erba di toro.
    Il marrubio stimola le difese immunitarie, elimina gli allergeni e protegge le vie aeree dalle particelle di polvere.
    Le sostanze amare supportano inoltre il fegato, ottimizzando quindi il processo digestivo e depurano l’organismo.
    Le sue foglie sono usate anche per preparare liquori e addirittura la birra.



    Pimpinella


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    La Pimpinella è una delle erbe più usate e anche per questo motivo con più nomi, infatti è chiamata anche anice verde, erba noce e addirittura c’è chi la chiama meloncello.
    Le sue foglie, se consumate fresche, facilitano la digestione.
    In cucina, dato l’aroma che ricorda la nocciola, le foglie sono ottime per arricchire insalate e minestre

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    Altea


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    L’altea è una pianta di cui non si butta via nulla.
    Potrebbe rappresentare un’insalata completa, visto che i suoi semi che ricordano il sapore della noce, e i fiori e le foglie sono tutti commestibili e pronti all’uso.
    È anche un'ottima tisana per combattere la tosse secca: basta mettere 1 cucchiaino di radice di altea in una tazza di acqua fredda, lasciar macerare almeno 3-4 ore o tutta la notte, filtrare e riscaldare appena.



    Malva


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    La malva in Svizzera è nota anche come erba o pioppo del formaggio, per via dell’aspetto dei suoi frutti che ricorda appunto una forma di formaggio.
    Bellissima in giardino per la sua vigorosità e i colori dei fiori, le sue foglie e i germogli giovani, che contengono vitamina A, B e C, se lessati sono un‘ottima verdura.
    I romani la chiamavano Omnimorbium, panacea di tutti i mali, in quanto se aggiunta a miele, olio, sale ecc. è la base terapeutica per contrastare alcune malattie.
    La malva è un’erba che lenisce le irritazioni delle mucose del cavo orale e della gola, aiuta a diminuire la tosse secca e toglie i bruciori di stomaco.



    Menta


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    La Menta è una Erba officinale dalle tante varietà, la Piperita è quella più utilizzata in cucina, per arricchire bevande e insalate.
    Nel mondo arabo la tisana di menta è una bevanda molto usata.
    Facilita la digestione e ha un effetto lenitivo e rinfrescante contro i colpi di calore e i bruciori di stomaco.



    Millefoglio o Achillea


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    Il Millefoglio o l’erba di Achille, conosciuta come Achillea, erba dei tagli, sanguinella e erba formica.
    La foglia piccantina serve per dare brio all’insalata, mentre fiori e foglie si usano per aromatizzare i liquori.
    I rimedi contenenti i principi attivi del millefoglio aiutano contro i disturbi spasmodici nell’area dello stomaco e dell’intestino.



    La Piantaggine


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    Il suo nome deriva dal latino plantaginem per le sue foglie simili alla pianta del piede e le sue foglie servono ad accelerare la guarigione delle ferite.
    I suoi semi hanno un elevato contenuto di fibre e, se messi nell’acqua, creano una mucillagine utile contro il colesterolo.


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    LA MELANZANA E' UN ORTAGGIO DA GUSTARE


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    La Melanzana è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo da gennaio a dicembre
    I primi a gustarla furono i cinesi e gli indiani, mentre in Italia si dovette aspettare il 1300 per conoscerla, anche se il suo nome "mela insana", poi diventato "melanzana", la dice lunga sulla fiducia che le venne accordata inizialmente nel vecchio continente.

    All'inizio era quasi una curiosità, poi se ne iniziarono ad apprezzare le virtù culinarie e la sua storia si è confusa con quella delle popolazioni che vivono attorno al bacino del Mediterraneo.
    Oggi la si coltiva in tutta Italia, anche se la maggior parte del prodotto nazionale arriva proprio dalla Sicilia, seguita da Campania e Puglia, regioni che hanno fatto della melanzana un importante protagonista della cucina tradizionale.

    Al di là delle diverse forme (globosa, oblunga, ad ancora) e colori, che variano dal nero al violetto pallido, una differenza rilevante ai fini culinari è rappresentata dalla presenza o meno dei semi al suo interno.

    In molte ricette, specialmente se si ha poco tempo, la mancanza dei semi consente di lavorare la melanzana con più facilità, evitando che le fette di questo ortaggio si rompano proprio lungo la linea in cui sono contenuti i semi.

    Il loro sapore spiccato, con una tendenza ad essere quasi piccanti, le rende un ingrediente prezioso per molteplici primi piatti, ma anche nei secondi e nei contorni le possibilità non mancano.

    Lessate, alla griglia o in umido, le melanzane sono entrate in decine di ricette, come ad esempio la pasta alla Norma, in cui fanno bella mostra di sé tagliate a striscioline o a dadini, fritte in olio d'oliva e usate per condire Spaghetti o altri formati di pasta, in compagnia di altri tre protagonisti delle cucina mediterranea, vale a dire pomodoro, peperoncino rosso piccante e una abbondante grattugiata di formaggio pecorino.

    Un'altra ricetta che ne esalta davvero il gusto è la parmigiana, in cui le fette di melanzane vengono cotte al forno con pomodoro e mozzarella, per non parlare dei filetti di melanzana accuratamente messi sottolio in estate e pronti da gustare nei mesi invernali.


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    IL SALICE PIANGENTE:
    PERCHÈ SI CHIAMA COSÌ, LEGGENDE E COLTIVAZIONE


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    Il Salice Piangente, lo stesso suo nome lo rende una delle piante più conosciute, ma sono pochi a sapere davvero quali sono le caratteristiche della pianta, perchè si chiama così e come fare se si vuole avere nel proprio giardino una pianta di salice piangente.

    Nella sezione di piante verdi da giardino vado proprio alla scoperta del salice piangente.

    Inizierò analizzando le origini del nome “salice piangente” e le varie leggende ad esso legato, proseguirò con qualche consiglio utile per chi vuole piantare un salice piangente.



    IL SALICE PIANGENTE : PERCHE' SI CHIAMA COSI E LE LEGGENDE



    E’ facile trovare il salice piangente nella nostra Penisola: la pianta, che rientra nella famiglia delle salicaceae, viene utilizzata prevalentemente per scopi ornamentali sia per decoro urbano che domestico con un effetto davvero gradevole alla vista grazie alla posizione che assume il suo fogliame.

    La pianta del Salice Piangente può raggiungere una notevole altezza (in media si attesta sui 10 metri, ma si registrano anche salici piangenti che toccano i 25 metri altezza), e si presenta con un tronco spesso ma non molto alto.
    Caratteristica più evidente del salice piangente è la sua chioma che si presenta molto ampio e con una caratteristica forma ovale.
    La forma della chioma nasce grazie alle ramificazioni allungate che puntano verso il terreno e alimentano delle foglie verdi brillanti dalla forma allungata.
    Questa descrizione dà bene l’idea di come la pianta sembri quasi proiettarsi verso il terreno e possa quindi essere paragonabile a delle lacrime che scivolano sul viso. Sono diverse le storie e le leggende che ruotano attorno a questa caratteristica forma.

    E’ di origine cristiana la storia che racconta di come Gesù stesse salendo il calvario con il volto pieno di lacrime, sudore e sangue per colpa della croce pesante che trascinava e della corona di spine che gli era stata adagiata sul viso.
    Mentre la madre Maria e altre donne del paese lo seguivano addolorate e gli uccelli si allontanavo dal Cristo, lui cadde a terra distrutto dalla stanchezza sotto lo sguardo compassionevole delle donne e minaccioso di un paio di soldati che gli intimarono di alzarsi subito.
    A causa della stanchezza e del dolore Gesù si aggrappo ad una pianta che si trovava proprio accanto a lui e leggenda narra che questa pianta di fatto per aiutare Gesù avrebbe spinto in basso i propri rami come per tendere una mano al Salvatore.
    La forma caratteristica è quella che ancora oggi caratterizza il salice piangente. Partendo da questa leggenda, il cristanesimo da associato al salice piangente valori di purezza e di castità.

    Più pragmatici invece i celtici, ai quali tra l’altro spettano i natali del nome “salice”, ovvero vicino all’acqua.
    Essi di fatto interpretavano il salice piangente come una divinità capace di controllare e moderare i cicli lunari.

    Al salice piangente vengono accostati anche dei poteri terapeutici. la pianta infatti sarebbe caratterizzata da una alta concentrazione di acido salicico, una sostanza che di fatto sarebbe alla base dell’aspirina e avrebbe effetti antiinfiammatori, antireumatici, antidolorifici, antipiretici.

    Consapevoli di queste proprietà i nostri avi utilizzavano dei decotti preparati proprio con le foglie di questa pianta. Diffusi erano anche i pediluvi rilassanti e sgonfianti.



    LA COLTIVAZIONE DEL SALICE PIANGENTE



    Il salice piangente ha origine nell’Asia Centrale, dove ancora oggi la pianta appare nella sua variante selvatica.
    La pianta difficilmente regge a basse temperature per lungo tempo, proprio per questo motivo è facile trovarla in zone luminose e soleggiate, mentre non sembrano destinate a futuro le piante che vengono posto in zone ombreggiate.
    Altro elemento da tenere in considerazione se state pensando di piantare un salice piangente è l’acqua.
    Il salice piangente, infatti, richiede un’irrigazione continua e costante, non a caso spontaneamente la pianta resiste in terreno che sorgono in prossimità di fiumi, laghi, stagni o zone che rendono umidi i terreni circostanti.
    Qualora, tuttavia, non sia possibile riproporre queste condizioni, vi basti selezionare almeno un terreno ricco e profondo (vanno bene anche terreni che favoriscono il ristagno dell’acqua). Le radici tendono ad estendersi, per tale motivo è bene non piantare un salice piangente troppo vicino a casa: le radici potrebbero danneggiare eventuali tubature o creare problemi alla casa stessa.
    Se potete, poi, valutate anche la presenza di parassitari nella zona: agenti esterni infatti tendono a puntare e rovinare questa pianta, prima di correre questo rischio e di trovarvi con una pianta vittima di ruggine o cancro, valutate se non sia il caso di sostituire la pianta con un’altra simile.

    La prima cosa che bisogna sapere è che i salici non dovranno essere potati regolarmente.
    In casi particolari per motivi prettamente estetici può essere necessario procedere con una potatura ma senza esagerare se non è strettamente necessario.
    Sì invece ai concimi che dovranno essere utilizzati nella fase iniziale o ogni biennio circa; il momento migliore per prcedere alla concimazione è l’inverno e l’operazione può essere compiuta semplicemente mescolando terra e concimi organici.

    Attenzione anche, come accennavamo prima, anche all’irrigazione che dovrà essere dedicata particolare attenzione.
    La pianta infatti richiede una costante presenza di acqua.
    Solitamente l’attenzione per irrigazioni aggiuntive era limitata al periodo estivo, ma visto ad esempio l’inverno in corso caratterizzato da una elevata siccità la situazione potrebbe mutare.
    Valutate quindi con molta attenzione la disponibilità di acqua durante tutti i mesi dell’anno.

    A questo punto avete davvero tutte le informazioni necessarie per piantare e far crescere il vostro salice piangente.
    Quello che è certo è che il vostro giardino ne acquisterà in bellezza e particolarità.


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    LE 13 ERBE OFFICINALI DA COLTIVARE IN CASA, IN GIARDINO O SUL BALCONE


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    Queste erbe cresceranno seguendo il ritmo della natura.
    A Milano si è appena conclusa la XXI edizione di Orticola ai giardini Indro Montanelli, e già gli appassionati di piante e fiori si stanno spostando alla Stazione Cadorna per andare ad ammirare il Giardino Verticale lungo i binari.

    Ad allestire il tutto ci ha pensato Ricola, azienda svizzera produttrice di specialità dolciarie con 13 erbe officinali, attenta all’ambiente e a ogni fase del processo di produzione fin dalle materie prime.
    L’azienda ha regalato alla città un’area verde in una location tipicamente urbana riproducendo i suoi giardini delle erbe, l’ingrediente principale delle caramelle svizzere.

    Questi giardini verticali, visibili al pubblico fino al 30 giugno, accolgono le 13 erbe Ricola, che sono alla base di tutti i prodotti dell’azienda, e sono collocate in apposite tasche contenitrici poste a ridosso delle colonne: le erbe cresceranno seguendo il ritmo della natura, sfruttando una particolare vasca di raccolta acqua con un sistema d’irrigazione a ricircolo.

    Il verde fa bene alla nostra persona, agli occhi, al palato e alla salute: anche voi potete coltivare queste erbe sul vostro terrazzo, oppure se imparate a conoscerle, andarle a cercare in campagna.
    La vostra passeggiata così diventerà ancora più salutare.

    Presentiamo le 13 erbe officinali che caratterizzano le caramelle Ricola, conosciamole meglio e scopriamo come usarle.

    Timo

    Timo: pianta profumatissima e molto versatile in cucina, facilita anche la digestione.
    È una delle erbe che fa parte del bouquet garni ed è ideale per la cottura lenta di stufati e minestre. Inoltre il timo è anche usato nella cura del raffreddore.

    Alchemilla

    Alchemilla: la varietà Vulgaris era l’erba degli alchimisti, usata per la pietra filosofale. Le foglie giovani della coppa di rugiada si aggiungono nelle insalate e in Svizzera ci aromatizzano anche il tè, oltre a essere una delle erbe più usate per le caramelle balsamiche.

    Salvia

    Salvia: in cucina è la regina delle erbe aromatiche. Ingrediente fondamentale per i saltimbocca alla romana, per condire i ravioli con il burro; il suo trito serve per aromatizzare mille preparazioni, e fritta è un gustoso stuzzichino per accompagnare l’aperitivo.
    I suoi fiori si possono aggiungere all’insalata, oppure si possono usare per ottenere una tisana leggermente balsamica.

    Veronica

    Veronica: la veronica è utilizzata in cucina per arricchire insalate, piatti di verdure e zuppe.
    Usata per calmare la tosse, si ottiene la tisana perfetta se miscelata con un quarto di veronica, di piantaggine, e foglie e fiori di farfaro. Per una tazza di tisana è sufficiente un cucchiaino di questo composto, da aggiungere all’acqua calda e da tenere 8 minuti in infusione, poi si filtra e si consuma tiepida, senza zucchero.

    Sambuco

    Sambuco: i suoi bellissimi fiori bianchi si prestano in cucina a mille preparazioni. Si possono friggere, dopo averli passati in pastella, si possono impiegare per fare un gustoso sciroppo e addirittura una zuppa.
    L’aroma dei fiori ricorda il Moscato e per questo motivo sono fermentati per produrre delle bevande alcoliche.
    I frutti svolgono un’azione antiossidante e antivirale, dato che i loro acidi contengono vitamina C e folato.

    Primula

    Primula: il suo nome deriva dal latino primus perché è uno dei primi fiori a sbocciare in primavera.
    La tradizione vuole che si mangi il primo fiore che vediamo, esprimendo un desiderio.
    Le sue foglie lessate costituiscono un piatto di verdure alternativo, mentre i fiori si aggiungono alle marmellate, nelle insalate e si possono anche candire.
    È ideale per combattere la spossatezza fisica e psicologica, la stanchezza primaverile e un decotto fatto con la sua radice attenua la tosse.

    Marrubio

    Marrubio: questa erba è chiamata anche marrobio ed erba di toro.
    Il marrubio stimola le difese immunitarie, elimina gli allergeni e protegge le vie aeree dalle particelle di polvere.
    Le sostanze amare supportano inoltre il fegato, ottimizzando quindi il processo digestivo e depurano l’organismo.
    Le sue foglie sono usate anche per preparare liquori e addirittura la birra.

    Pimpinella

    Pimpinella: una delle erbe più usate e anche per questo motivo con più nomi, infatti è chiamata anche anice verde, erba noce e addirittura c’è chi la chiama meloncello.
    Le sue foglie, se consumate fresche, facilitano la digestione.
    In cucina, dato l’aroma che ricorda la nocciola, le foglie sono ottime per arricchire insalate e minestre.

    Altea

    Altea: dell’altea non si butta via nulla. Potrebbe rappresentare un’insalata completa, visto che i suoi semi che ricordano il sapore della noce, e i fiori e le foglie sono tutti commestibili e pronti all’uso.
    È anche un ottima tisana per combattere la tosse secca: basta mettere 1 cucchiaino di radice di altea in una tazza di acqua fredda, lasciar macerare almeno 3-4 ore o tutta la notte, filtrare e riscaldare appena.

    Malva

    Malva: in Svizzera la malva è nota anche come erba o pioppo del formaggio, per via dell’aspetto dei suoi frutti che ricorda appunto una forma di formaggio.
    Bellissima in giardino per la sua vigorosità e i colori dei fiori, le sue foglie e i germogli giovani, che contengono vitamina A, B e C, se lessati sono un‘ottima verdura. I romani la chiamavano Omnimorbium, panacea di tutti i mali, in quanto se aggiunta a miele, olio, sale ecc. è la base terapeutica per contrastare alcune malattie.
    La malva è un’erba che lenisce le irritazioni delle mucose del cavo orale e della gola, aiuta a diminuire la tosse secca e toglie i bruciori di stomaco.

    Menta

    Menta: Perdonami è il significato nel linguaggio dei fiori della menta.
    Erba officinale dalle tante varietà, la Piperita è quella più utilizzata in cucina, per arricchire bevande e insalate.
    Nel mondo arabo la tisana di menta è una bevanda molto usata.
    Facilita la digestione e ha un effetto lenitivo e rinfrescante contro i colpi di calore e i bruciori di stomaco.

    Millefoglio o Achillea

    Millefoglio o Achillea: l’erba di Achille, conosciuta come Achillea, erba dei tagli, sanguinella e erba formica.
    La foglia piccantina serve per dare brio all’insalata, mentre fiori e foglie si usano per aromatizzare i liquori.
    I rimedi contenenti i principi attivi del millefoglio aiutano contro i disturbi spasmodici nell’area dello stomaco e dell’intestino.

    Piantaggine

    Piantaggine: il suo nome deriva dal latino plantaginem per le sue foglie simili alla pianta del piede e le sue foglie servono ad accelerare la guarigione delle ferite.
    I suoi semi hanno un elevato contenuto di fibre e, se messi nell’acqua, creano una mucillagine utile contro il colesterolo.

    da : http://www.agrodolce.it/2016/05/11/13-erbe...oltivare-a-casa


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    ALCUNE BELLE ORCHIDEE



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    MARZO - I LAVORI DA FARE IN GIARDINO E NELL'ORTO
    PER LE PIANTE E I FIORI


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    A fine marzo inizia la primavera e con l’aumento delle temperature il giardino riprende vita.
    Un mese pieno di impegni per i pollici verdi, intenti a preparare le piante per la nuova stagione. Ecco allora quali lavori svolgere per risvegliare il giardino.



    ALBERI E ARBUSTI


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    Prima della fine dell’inverno, mentre mimose e magnolie sono in fiore, terminate le potature e provvedete a piantare siepi e alberature.
    Asportate i rami morti delle specie che hanno dato fiore in inverno, come ad esempio il calicanto, e accorciate, mantenendo su ciascuno le prime 3 o 4 gemme, i rami di alberi e arbusti da fiore come prunus ornamentali, ibisco cinese, buddleia, lagerstroemia e caryopteris. Durante le prime settimane del mese potete ancora mettere a dimora alberi (come il sambuco, il nocciolo e l’evonimo europeo), siepi (ligustro o carpini) e alcune specie rampicanti a fioritura estiva (glicine e vite americana).
    A fine mese, se le temperature si sono stabilite sopra i 10 °C, potrete liberare le piante dalle protezioni invernali, attenti però ai ritorni di gelo comuni in molte zone d’Italia.



    AIUOLE


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    A marzo le aiuole sono in fervore, tanto che alcune mostrano già i primi fiori. Questo è il periodo più adatto per estirpare a mano le infestanti e provvedere a ripristinare, o a distribuire, la pacciamatura.
    Le specie da mettere a dimora sono moltissime, a partire dalle perenni a fioritura estiva come le coreopsis, l’heliopsis (Heliopsis helianthoides) e gli helenium.
    Piantate anche le tappezzanti: in pieno sole sistemate la Potentilla neumaniana o la Gypsophila cerastioides, mentre in posizione di mezzombra crescono benissimo Saxifraga stolonifera o Ajuga reptans.
    Se le temperature si stabilizzano sopra i 13 °C, potete mettere a dimora anche i bulbi che fioriscono nel periodo caldo, come begonie tuberose, gladioli e dalie.



    ROSETO


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    Terminate la potatura dei rosai prima di metà mese accorciando i rami e mantenendo su di essi 2 o 3 gemme, asportate anche il legno secco e le parti morte. Asportate a mano le malerbe e ripristinate la pacciamatura.
    Periodo di impianto anche per le rose a radice nuda che, fino al termine del mese, possono essere sistemate in terra.



    PIANTE IN VASO E RINVASO


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    Marzo è un mese delicato anche per le piante in vaso, in particolare per quelle che avete protetto dal freddo.
    Iniziate a togliere le protezioni solo ed esclusivamente quando le temperature si attestano stabilmente sopra i 10 °C, allo stesso modo attendete il momento più opportuno per riportare in giardino le specie ricoverate all’interno.

    State attenti a non essere frettolosi, repentini ritorni di gelo potrebbero danneggiare seriamente le vostre piante, per questo, nel dubbio, il consiglio è di attendere ancora un po’ (la prima metà di aprile) piuttosto che anticipare.

    Marzo è infine il mese perfetto per il rinvaso di rose, palme e bossi allevati in contenitore, ricordate di utilizzare contenitori di diametro subito superiore rispetto ai precedenti.


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    SE E' NECESSARIO IL RINVASO
    IL PERIODO CONSIGLIATO E' LA PRIMAVERA



    Quando le radici fuoriescono dai fori di drenaggio del vaso o dal terriccio, vuol dire che la pianta ha bisogno di un contenitore più grande e di nuovo terriccio.

    Anche se questo accade durante il riposo vegetativo, aspettate fino a primavera, periodo in cui le radici sono in grado di penetrare nel terreno.

    Se la pianta ha già raggiunto la dimensione massima o è troppo grande da rinvasare, è opportuno sostituire periodicamente i primi strati di terriccio, con uno nuovo e fresco per una profondità di 2-5 cm. Attenzione a non provocare danni alle radici superficiali e in ogni caso somministrate una dose in più di concime per bilanciare eventuali danni dovuti all’operazione.

    LA SCELTA DEL VASO

    Oltre alle dimensioni, anche il materiale è importante: la terracotta, essendo porosa, garantisce uno scambio di acqua e aria con l’ambiente e costituisce un migliore ambiente per le radici.
    La terracotta, però, è più costosa e pesante.
    La plastica è preferibile se il vaso deve essere leggero e pulito.

    RINTERRARE

    Alcune piante da appartamento non necessitano di un vero e proprio rinvaso, perché hanno già raggiunto la dimensione massima o perché sono troppo grandi per permetterlo.
    In questo caso, periodicamente potete rimuovere e sostituire i primi strati di terra, per una profondità di 2-5 cm, con nuovo terriccio fresco.
    Attenti a non danneggiare le radici più superficiali.
    Terminata l’operazione, versate una dose supplementare di concime per controbilanciare gli eventuali danni.

    COME E QUANDO RINVASARE LE PIANTE

    Il rinvaso è un'operazione delicata per la pianta. I periodi migliori per farlo sono l' autunno e la primavera
    Scegli le piante, le compri e poi arriva il momento più delicato: trasferirle nei vasi.
    I momenti ideali per farlo sono l'autunno e la primavera.

    - COSE DA FARE

    1. Qualche giorno prima del rinvaso bagna bene la pianta.
    2. Sul fondo del nuovo vaso metti dell’argilla espansa e uno strato di terriccio.
    3. Adagia al centro il 'pane' di radici e riempi tutto il vaso con la terra facendo pressione con le mani.

    - COSE DA NON FARE

    1. Sotterrare il colletto della pianta (la base del tronco).
    2. Esporre al sole i primi giorni dopo il rinvaso.
    3. Concimare la pianta dopo il rinvaso.

    TRASPORTARE LE PIANTE

    Anche il trasporto è un'operazione delicata per la pianta.

    Ecco 3 semplici mosse per non danneggiarla:

    1. Lega il fogliame, se hai scelto una pianta dal fogliame ‘importante’ Legala sia per il trasporto che per il rinvaso.
    2. Estrai la pianta. Con delicatezza sfila il pane di terra e radici e posizionalo al centro del nuovo vaso più grande.
    3. Metti sempre sul fondo della ghiaia e mischia alla terra della sabbia per favorire il drenaggio.


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  12. .

    I GIGLI O LYLIUM


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    I gigli sono piante erbacee annuali, vengono coltivati a scopo ornamentale per aiuole fiorite in tutti i giardini, in vaso, sui terrazzi e a scopo industriale come fiori recisi per la bellezza della loro corolla e per il loro soave e intenso profumo.



    LA COLTIVAZIONE DEI GIGLI


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    - Esposizione: i gigli amano esposizioni soleggiate e riparate dai venti.
    - Terreno: terreni soffici ben lavorati, ricchi di sostanza organica e ben drenati.
    - Annaffiature: frequenti annaffiature nella fase della fioritura, poi sempre più rade fino a sospenderle del tutto da giugno a settembre.
    - Concimazione: utilizzare concime granulare a lento rilascio specifico per liliacee da somministrare nella fase della ripresa vegetativa.



    LE CARATTERISTICHE DEI GIGLI


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    Il giglio, lylium. è una bulbosa appartenente alla famiglia delle liliaceae con steli lunghi ed eretti terminanti agli apici con fiori campanulati nelle tonalità del giallo, dell’arancio, del rosa screziato, del rosso.
    Le foglie, dal colore verde intenso, hanno dimensioni variabili; infatti alla base degli steli sono grandi, lunghe e lanceolate, sempre più piccole invece sulla parte alta degli steli.



    I GIGLI BIANCHI


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    I gigli più conosciuti hanno la corolla di colore bianco come i famosi gigli di Sant’Antonio, fioriscono nel mese di giugno, a metà mese.
    Sono bianchi candidi e per il loro significato di “purezza” sono usati per il giorno della Comunione dei bambini e per la loro benedizione il 13 giugno.
    I gigli sono largamente utilizzati anche per la preparazione di confezioni per matrimoni, banchetti e per allestire il bouquet delle spose.



    LA MOLTIPLICAZIONE DEI GIGLI


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    Il giglio si riproduce per separazione dei bulbilli laterali e per semina.



    L'IMPIANTO DEI GIGLI


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    L’impianto dei bulbi di giglio va fatto in autunno o in primavera. I bulbi si interrano alla profondità di 2 cm distanziati tra loro circa 10/15 cm.



    L'USO DEI FIORI DEL GIGLIO


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    I gigli vengono coltivati per il commercio dei fiori recisi ed a scopo ornamentale per abbellire aiuole e giardini.



    IL GIGLIO E IL LINGUAGGIO DEI FIORI


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    Nel gergo dei fiori il giglio simboleggia la purezza.


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    MESE DI FEBBRAIO: SEMINA E LAVORI NELL'ORTO A PRIMAVERA


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    Con l'arrivo del mese di febbraio è possibile iniziare a preparare il proprio orto alle semine primaverili, oppure decidere di dedicarsi alla semina fin da subito, soprattutto nel caso in cui si viva in una zona dal clima mite.

    Anche chi possiede un semplice orto sul balcone potrà occuparsi della sua cura, con ottimi risultati, ricordando di proteggere le nuove proprie piantine da eventuali sbalzi di temperatura.

    Il mese di febbraio permette di procedere in tranquillità con le semine soprattutto in quelle zone d'Italia che presentino un clima mite, con particolare riferimento alle zone costiere delle aree centro-meridionali della penisola. Anche nelle zone interne pianeggianti potranno essere effettuate delle semine, ma con maggiore attenzione, proteggendo i terreni dalle gelate e utilizzando dei semenzai o dei vasi con torba protetti, in modo che il gelo non rovini il raccolto sul nascere.
    E' possibile utilizzare appositi teli per riparare i terreni.



    CONSIGLI PER LA SEMINA DELL'ORTO A FEBBRAIO


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    Tra le varietà di cui si consiglia una semina esclusivamente in zone dal clima mite, o in cui la primavera solitamente giunge in anticipo, sempre ponendo attenzione ad eventuali improvvisi sbalzi di temperatura, è bene includere il basilico, pomodori, peperoni, meloni e melanzane.
    Nelle regioni dal clima più rigido la loro semina verrà posticipata fino all'arrivo della primavera.
    Nel timore del gelo, è possibile proteggere le nuove piantine utilizzando dei semenzai, piccoli contenitori per la semina, da posizionare in luoghi protetti.



    A FEBBRAIO E' POSSIBILE SEMINARE


    Barbabietole
    Basilico
    Carciofi
    Carote
    Cavolo
    Cavolo cappuccio
    Cavolfiori
    Cipolle
    Fagioli
    Fave
    Indivia
    Lattuga
    Melanzane
    Meloni
    Peperoni
    Piselli
    Pomodori
    Porri
    Prezzemolo
    Rape
    Ravanelli
    Rucola
    Sedano
    Senape
    Spinaci
    Timo
    Valeriana
    Zucchine



    LE PIANTINE DA PIANTARE NELL'ORTO A FEBBRAIO


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    Cosa piantare nell’orto a febbraio : Ora ve ne faremo un quadro esaustivo ma non dimenticatevi che si tratta del periodo migliore per preparare il vostro terreno anche per le semine primaverili.

    Tenendo sempre conto che un clima mite o freddo può fare la differenza.

    Dove le temperature non sono tanto basse, le semine nell’orto in febbraio possono essere più variegate e tendenti a quelle che fareste in primavera.

    Tutto ciò è valido anche per chi coltiva l’orto sul balcone, scegliendo con cura ogni mese le piante alle quali dedicarsi.

    Certo, va posto un occhio di riguardo nella protezione dal freddo di eventuali piantine, ma niente che non siate in grado di fare.


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    ZENZERO - GINGER - ZINGIBER OFFICINALIS


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    Antinausea (anche in gravidanza o purtroppo in chemioterapia), digestivo, antinfiammatorio, antinfluenzale.
    Parte usata: rizoma “in tutte le salse”: candito, in polvere, in taglio tisana, in pastiglie, in olio essenziale.

    La polvere è ottima in cucina per aromatizzare sia cibi salati, che cibi dolci ( biscotti, sorbetti, torte..). Lo zenzero candito oltre che buono da “spiluccare” è un ottimo digestivo-antinausea.

    Con la radice spezzettata (taglio tisana), si fa un’ottima bevanda, sia da sola che accompagnata da mille altre erbe o radici o semi a disposizione, oppure semplicemente addizionata di succo di limone.

    Ottime le pastiglie di zenzero, finocchio ed enzimi digestivi, per sgonfiare l’addome e digerire bene.

    L’olio essenziale, sempre per digerire, da usare nella quantità di una o due gocce alla volta, in mezzo bicchiere di acqua calda o fredda, o su di una zolletta di zucchero.

    Oppure, l’olio essenziale, anche per uso esterno, nella quantità di 2 gocce in un cucchiaio di olio di mandorle, per un massaggio in zona cervicale o con torcicollo o su tutta la colonna.

    Da non dimenticare comunque che lo zenzero, nei suoi vari preparati, è anche un ottimo antinfiammatorio, antidolorifico, sia per uso interno che per uso esterno.

    Da non dimenticare l’azione antinfluenzale, antipiretica.


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    Queste notizie sono state fornite da :
    - Erboristeria Parafarmacia D.ssa Valeria Tantardini - Piazza Chiossi 2 - Domodossola (VB)


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    PAPAVERI BIANCHI



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    PAPAVERI ROSSI



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    PAPAVERI VIOLA



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    PAPAVERI NERI


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