IL MIO GIARDINO E I MIEI FIORI

Posts written by MaryRosa

  1. .

    IL BASILICO - LE SUE VARIETA'


    80-sementes-de-manjerico-basilico-alfavaca-D_NQ_NP_393215-MLB25180312667_112016-F


    IL BASILICO E' UNA PIANTA AROMATICA

    Il basilico è una delle piante aromatiche più usate nella cucina italiana, facile da coltivare, dal profumo inconfondibile e dal sapore che risveglia le papille gustative.
    È l’ingrediente principe del pesto genovese, il tocco finale sulla caprese e sulla pizza Margherita e di grande utilizzo nella ricetta della panzanella toscana.

    ORIGINI E PROPRIETÀ

    Originario dell’India, dove era considerato una pianta sacra e riservata solo per l’offerta agli dei, nel Medioevo si credeva che le sue foglie avessero poteri magici e che un mazzetto di basilico fresco avesse la capacità di allontanare gli spiriti maligni.
    Il basilico è conosciuto per le sue proprietà medicinali e antiossidanti L’ocilum basilicum fa parte della famiglia delle Lamiaceae e prende il nome dal greco basilikos, che significa pianta reale. Si è diffuso in Asia e in Egitto più di 4000 anni fa, dove è stato scoperto come efficace potere antibatterico e conservante per la mummificazione. Il basilico è conosciuto anche per le sue proprietà medicinali e antiossidanti, stimola l’appetito, è un ottimo digestivo, funge da tonico o antisettico.

    Il basilico è molto facile da coltivare,

    basta rispettare alcune regole: mettetelo in una posizione riparata dal vento, ben esposta alla luce, in un vaso con terriccio universale oppure in piena terra, ricordandovi di tenere le piantine a una ventina di cm di distanza l’una dall’altra. Con la stagione calda va bagnato tutti i giorni.

    Dà il meglio se consumato fresco; in alternativa lo potete congelare ed è meglio raccoglierlo al mattino.

    Potrete comprare le piantine piccole in un garden center, dal fioraio, dall’ortolano oppure seminarlo. Se la stagione è calda, potete seminare il basilico in un vaso o direttamente nel terreno, cercando di stare a 20 di cm da un seme all’altro; se abitate in zone più fredde, potete mettere i semi in un vaso in casa: quando le piantine saranno nate, diradatele e mettetele in altri vasi sul balcone o nell’orto.

    Il basilico coltivato in ambienti parzialmente ombreggiati produce meno foglie, ma ne è esaltato il profumo. Ricordatevi che nel periodo che precede la fioritura è utile asportare i germogli apicali: questo permetterà alla pianta di crescere maggiormente.

    Le principali varietà di basilico

    Basilico Genovese DOP: ingrediente determinante nella ricetta del pesto genovese, il basilico è la coltura tipica della Liguria. Il basilico genovese DOP, grazie alla certificazione, si distingue dalle altre produzioni provenienti da zone meno vocate o prodotte in maniera non tradizionale;
    E' garantito dal Consorzio di Tutela del Basilico Genovese DOP.

    Basilico Italiano Comune: pianta eretta con foglie ovali, colore brillante, dal forte aroma, ottimo se impiegato in una salsa al pomodoro per condire gli spaghetti.

    Basilico Nano Lilliput: basilico del tipo italiano classico ma rispetto a questo molto più lento a spigare e compatto. La foglia è ampia e profumatissima, priva di sapore di menta. Ideale per vasetti e cassette. Ottimo nel risotto al pomodoro.

    Basilico Cannella: il nome botanico è Ocimum Basilicum Cinnamon e si presenta con foglie allungate, oblunghe, opposte e lucide di colore verde con delle sfumature violette. Inoltre il basilico cannella è molto apprezzato per la preparazione di ricette salate e dolci – per esempio per la preparazione di salse, biscotti, torte, insalate – oppure essiccato.

    Basilico Artico: questa varietà è molto recente ed è una pianta che si adatta a crescere in climi anche freschi. È in grado di resistere alle basse temperature autunnali.

    Basilico Rosso Red Rubin: la pianta si presenta con steli rossi e foglie di colore rosso viola scuro. Molto profumato, può essere usato come il basilico normale, ma con la qualità di conferire un colore particolare ai piatti.

    Basilico Foglia di Lattuga Napoletano: la pianta è alta una trentina di cm e le foglie profumate sono di colore verde scuro. Provate a prepararci il liquore.

    Basilico Limone: produce numerose foglie di un colore verde chiaro, profumate e dal sapore di limone. Ideale nelle insalate.

    Basilico Liquirizia: erbacea annuale, rustica di facile coltivazione anche in vaso, a portamento eretto con foglie verdi e steli scuri. Il suo profumo ricorda quello della liquirizia ed è chiamato anche basilico thailandese.

    Basilico Greco o Minimum Basilicum : Il basilico greco, conosciuto anche con il nome di minimum basilicum, è una pianta che è stata importata nel nostro paese direttamente dal luogo d'origine: l'India. Differisce dalle altre varietà perché presenta una caratteristica forma a cespuglio. Ha foglie piccole leggermente allungate di un colore verde molto intenso. Il loro aroma è particolarmente accentuato per profumare ambienti o per insaporire pietanze di ogni tipo. Il basilico greco fa parte della grande famiglia delle lamiaceae. Fiorisce nel periodo compreso fra la fine di giugno e gli inizi di settembre a seconda delle latitudini. I fiori piccoli e bianchi sono raggruppati in pannocchie a portamento eretto. Se paragonato al basilico che troviamo abitualmente sui banchi del mercato, ha un odore meno accentuato e decisamente più delicato.


    -

    Edited by MaryRosa - 29/4/2018, 12:55
  2. .

    L'AIUOLA DELLE PIANTE AROMATICHE ORNAMENTALI DEL MIO GIARDINO


    orto-e-giardino_NG4


    Alcune delle piante aromatiche più comunemente utilizzate producono piccoli o medi arbusti, che tendono a svilupparsi nel tempo.
    Colla loro bellezza, il loro profumo e i loro fiori orneranno ogni angolo del giardino dove verranno posizionate.



    LE PIANTE AROMATICHE ORNAMENTALI IN GIARDINO



    Siamo abituati a coltivarle come piante utili, nell'orto o nei vasi, e spesso perdiamo di vista la bellezza del loro fogliame e delle loro fioriture: si tratta delle aromatiche, piante tra le più coltivate, spesso non per motivi decorativi.

    In realtà le piante aromatiche hanno tutte le caratteristiche adatte a renderle interessanti come piante da aiola: sono di facile coltivazione, moltissime sono rustiche, hanno un fogliame molto piacevole, le fioriture sono bellissime, le foglie, non dimentichiamocelo, sono profumate.

    Allora preferisco coltivarle riunite in una aiuola del giardino, invece di relegarle nel vasetto sul balcone, o in un angolo dell'orto.

    In vivaio sono disponibili anche alcune varietà ibridi, con fogliame dal colore particolare, che possono rendere le nostre aiole ancora più piacevoli; possiamo porre a dimora piccoli appezzamenti costituito soltanto da piante aromatiche, oppure mescolarle alle altre piante del giardino.



    IL ROSMARINO, LA SALVIA E LA LAVANDA


    h43xz8-erbe-aromatiche-1


    Possiamo porre a dimora salvia, rosmarino e lavanda, insieme, in un bel luogo soleggiato, e tenere potati gli arbusti, in modo da mantenerli compatti e poco ingombranti; in questo modo avremo anche periodicamente tantissime foglie profumate, da far essiccare o congelare, per utilizzarle durante l'inverno, nelle giornate in cui non abbiamo voglia di uscire al freddo.

    IL ROSMARINO

    col tempo, a divenire un vero e proprio arbusto, alto fino a 150-180 cm, così come la lavanda.
    Di rosmarino ne esistono decine di specie e varietà, tutte caratterizzate dalle sottili foglie aghiformi, dal profumo intenso e resinoso, con fiori blu, viola, bianchi, rosa.

    LA SALVIA OFFICINALE

    è presente in vivaio anche con alcuni ibridi a foglia scura, gialla o variegata, che da all'arbusto un aspetto decisamente piacevole

    LA LAVANDA

    è facilmente reperibile in vivaio, sia nella sua forma originale, sia nelle varietà nane; possiamo anche porre a dimora specie e varietà dal fiore particolare, come la lavandula stoechas, o la lavandula dentata.

    Queste tre specie di aromatiche sono di coltivazione particolarmente semplice: si adattano a qualsiasi terreno, purché ben drenato, no temono la siccità, amano il sole, e sopravvivono anche all'inverno più freddo.
    Una buona potatura dopo la fioritura ci permetterà di mantenere gli arbusti contenuti.



    L'ANGOLO DEGLI AROMI - IL TIMO, LA MAGGIORANA, L'ORIGANO


    aromatiche



    Queste tre specie di aromatiche sono di coltivazione particolarmente semplice: si adattano a qualsiasi terreno, purché ben drenato, no temono la siccità, amano il sole, e sopravvivono anche all'inverno più freddo.
    Una buona potatura dopo la fioritura ci permetterà di mantenere gli arbusti contenuti.

    IL TIMO

    Il timo è una piccola pianta sempreverde, o semi-sempreverde, con fusto legnoso, dallo sviluppo denso e compatto, spesso tappezzante, che in genere non supera i 35-45 cm di altezza.
    Il fogliame è di dimensioni molto contenute, e in primavera produce innumerevoli piccoli fiori di colore rosato o lilla.
    Esistono decine di specie di timo, la gran parte disponibili in vivaio; possiamo reperire anche varietà particolari, dal profumo limonato, o dalle foglie variegate.
    Volendo è possibile preparare intere aiole soltanto di timo, mescolando specie diverse, o con fogliame dai colori diversi, in contrasto.
    Al timo spesso nelle aiuole si avvicina la maggiorana e l'origano, in quanto tendono a sviluppare arbusti di dimensioni simili; anche il timo, la maggiorana e l'origano hanno ha piccole foglie, e piccoli fiori.

    LA MAGGIORANA

    La maggiorana è una pianta erbacea, perenne nei luoghi d'origine, nativa dell'Africa nord-orientale e dell'Asia centrale e non cresce spontanea in Europa ma è solo coltivata. Eventuali piante spontanee che si possono trovare sono quelle che sono "sfuggite" alla coltivazione portate dal vento.

    Si tratta di un genere costituito da circa 20 specie, alcune delle quali sono di carattere erbaceo, perenni ed aromatiche, altre sono arbusti sempreverdi o a foglie semi-permanenti.

    La maggiorana è una specie di origano, il nome latino che la designa è infatti origanum majorana; come l'origano ha piccole foglie verdi, ovali o tondeggianti, ricoperte da una leggera peluria molto aromatiche se stropicciate; i piccoli fiori sono di colore rosato, e, come accade per l'origano, anche la maggiorana tende a produrre piccoli arbusti tondeggianti, che perdono il fogliame durante l'inverno, per ricominciare a germogliare in primavera, in modo da donarci ogni anno nuove tenere foglie.
    Le sue origini sono in Africa e in Asia, dove viene molto utilizzata, assieme al cugino origano, pur avendo un aroma più delicato. Ormai è presente, naturalizzata anche in Europa, e in particolare sulle coste del mediterraneo.
    La maggiorana viene spesso utilizzata fresca, prelevandone i rami più giovani con l'aiuto di una forbice; le foglie possono però venire anche congelate, mantenendo tutto il loro delicato aroma. La maggiorana viene anche disseccata: in questo modo il profumo del fogliame cambia leggermente, pur restando molto aromatico.

    L'ORIGANO

    L'Origano è un genere costituito da circa 20 specie, alcune delle quali sono di carattere erbaceo, perenni ed aromatiche, altre sono arbusti sempreverdi o a foglie semi-permanenti.
    I fiori sono generati da tubolari a forma di imbuto e generalmente sono riuniti a piccoli mazzetti, formando delle spighe; caratteristiche sono anche le brattee, che spesso accompagnano la fioritura, che avviene in Estate ed in Autunno. Le foglie sono quasi per tutte le specie di forma ovale. L'altezza della pianta varia a seconda della specie; in generale le specie arbustive possono raggiungere anche gli 80 cm di altezza, quelle erbacee, invece, sono alte generalmente circa dai 25 ai 50 cm.

    L'origanum vulgare predilige le posizioni soleggiate ed un clima caldo e asciutto. Teme il freddo e l'umidità; per questo motivo, durante la stagione invernale, nelle zone fredde è meglio ritirarlo o coltivarlo in serra.

    Origano e Maggiorana appartengono entrambi alla stessa specie, origanum; sono piccole piante perenni, originarie dell’Area mediterranea, dell’Asia e dell’Africa, molto utilizzate in cucina.
    Il clima mediterraneo è l'ideale per l'origano, che cresce bene su diversi terreni. Le piante di origano hanno infatti un'alta resistenza, sia in caso di siccità che in caso di freddo intenso.

    Il Terreno deve essere ben drenato, da neutro ad alcalino, povero o leggermente fertile.

    L'Origano si propaga per seme; in Autunno e in Primavera i semi devono essere riposti negli appositi cassoni da moltiplicazione e collocati in serra alla temperatura di 13-15 °C.

    Tutte le specie, inoltre, si propagano per divisione, durante la stagione primaverile o per talea basale o apicale (ricavate da rami e fusti non fioriferi), nella tarda primavera e all'inizio dell'Estate.
    I fiori sono generati da tubolari a forma di imbuto e generalmente sono riuniti a piccoli mazzetti, formando delle spighe; caratteristiche sono anche le brattee, che spesso accompagnano la fioritura, che avviene in Estate ed in Autunno. Le foglioline per tutte le specie di forma ovale.
    L'altezza della pianta varia a seconda della specie; in generale le specie arbustive possono raggiungere anche gli 80 cm di altezza, quelle erbacee, invece, sono alte generalmente circa dai 25 ai 50 cm.


    -

    IL ROSMARINO PROSTRATO O INGINOCCHIATO


    rosmarino-prostrato_NCG1


    Il rosmarino prostrato appartiene alla famiglia delle Labiate e cresce spontaneamente nelle regioni bagnate dal Mar Mediterraneo. Raggiunge dimensioni massime di circa 20 centimetri, le sue foglie simili ad aghi sono di un verde brillante nella parte superiore e bianche in quella inferiore.

    Durante la stagione invernale è possibile godere della bellezza di infiorescenze dal colore violetto, le quali rimangono sulla pianta fino all’arrivo della stagione primaverile.

    Il rosmarino prostrato può essere messo a dimora sia come esemplare aromatico (visto il profumo che emana) oppure è utilizzato per la realizzazione di siepi o semplicemente come decorazione per giardini composti in prevalenza da rocce.

    È bene sapere che questa pianta perenne non necessita di particolari cure, basta solo seguire qualche semplice regola per quanto riguarda le annaffiature, la messa a dimora e la concimazione.


    -

    Edited by MaryRosa - 31/10/2015, 14:10
  3. .

    IL ROSMARINO - ROSMARINUS OFFICINALIS


    rosmarino_NG8


    Trattandosi di pianta semirustica, si adatta a zone con clima mite. Può peraltro essere coltivato anche nelle regioni settentrionali della nostra penisola, purché in posizioni riparate.

    Il rosmarino officinale è piuttosto rustico e vive bene in quasi tutte le regioni italiane. Nel Centro-Sud raramente avrà problemi con il freddo invernale, se non in alta montagna.

    Resiste bene fino a -15°C, ma teme particolarmente le gelate improvvise, soprattutto in primavera, e i venti freddi. Se viviamo quindi nel Nord Italia o in aree montane sarà bene mettere a dimora la pianta in una zona ben riparata, nelle vicinanze di un muro possibilmente esposto a Sud. In questa maniera durante la giornata vi sarà un accumulo di calore che verrà rilasciato durante la notte.

    Se la stagione fosse particolarmente rigida possiamo avvolgere la nostra pianta con del telo apposito e pacciamare il piede con foglie, paglia o altro materiale isolante.

    Più esposti a rischi sono gli arbusti coltivati in vaso, specie se di dimensioni contenute. Il pane di terra, infatti, potrebbe gelarsi completamente, danneggiando irreparabilmente l’apparato radicale. In questo caso è preferibile circondare il vaso con del polistirolo o della lana di roccia isolante e coprire la parte aerea con del tessuto apposito.



    FIORITURA


    rosmarino_NG1


    Un arbusto in salute può rimanere fiorito per buona parte dell’anno, specialmente dove gli inverni non sono particolarmente freddi.
    Teniamo presente però che sotto l’aspetto della stagionalità il rosmarino si comporta in maniera particolare.
    Dove gli inverni risultano miti e le estati invece molto calde la pianta presenta il fenomeno della estivazione. Questo significa che durante i mesi di luglio e agosto entra in un periodo di riposo vegetativo. Smette di crescere e di fiorire per conservare le forze per stagioni meno estreme. È invece capace di rimanere attivo e fiorito per tutto il resto dell’anno.
    In aree con estati meno arroventate il riposo vegetativo si ha invece durante i mesi invernali.



    GENERALITA' DEL ROSMARINO


    1rosmarinus_officinalis2



    Il rosmarino è originario di tutto il bacino del Mediterraneo, in particolare delle zone costiere. Lo si ritrova, allo stato spontaneo, principalmente su terreni aridi e soleggiati.
    Fa parte della macchia mediterranea, colonizzando scogliere e anfratti tra le rocce. È diffuso dal livello del mare fino a 650 metri di altitudine. Sulle isole, specie in Sardegna e in Corsica, può essere rinvenuto anche fino a 1500 metri sul livello del mare.
    L’etimologia del suo nome è piuttosto controversa. Sicuramente deriva dal latino. Alcuni pensano che significhi “rosa del mare”, altri ritengono più aderente “rugiada di mare”.

    E' una pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. Le foglie sono persistenti. Si tratta di un arbusto che in natura può raggiungere i 3 metri d'altezza. Fiori azzurro-malva che sbocciano a partire dalla primavera.
    Il rosmarino è un arbusto perenne sempreverde e cespuglioso, unico rappresentante del suo genere nella famiglia delle Labiatae. Il fusto, inizialmente è prostrato, ma con il tempo diviene eretto e ramificato. Le foglie sono verde scuro, più chiare nella pagina inferiore, numerose, sessili e opposite, riunite nei rametti giovani e inserite a 2 a 2 nei nodi. I fiori, ermafroditi, presenti (dove il clima è mite) per buona parte dell’anno, sono di un bel colore azzurro violetto e riuniti in grappoli all’ascella delle foglie. Il frutto è composto da quattro acheni di colore bruno e piccole dimensioni.

    L’impollinazione avviene quasi sempre ad opera di insetti. In particolare le api e i bombi vengono fortemente attirati dai fiori e dal profumo emanato da questa pianta.

    L’apparato radicale è molto sviluppato, fibroso e resistente, e consente alla pianta di vivere in terreni aridi, poveri e siccitosi. È molto utile per rendere più compatti i terreni e evitare le frane.
    Se lasciato crescere può raggiungere anche i 2-3 metri di altezza e altrettanti in larghezza.
    Si possono riscontrare diversi portamenti. Allo stato spontaneo in genere si tratta di un arbusto eretto. Sono però state sviluppate anche cultivar con habitus prostrato o semiprostrato, adatte a giardini rocciosi e utili coprire muretti o zone scoscese.

    Il Rosmarino è una pianta che sta bene al sole o a mezz'ombra. Si tratta di una pianta mediterranea che ha bisogno di caldo, secco e sole ma anche in mezz'ombra cresce senza problemi se almeno le temperature sono buone ed il suolo non eccessivamente umido.



    LA COLTIVAZIONE DEL ROSMARINO


    rosmarino_O10


    La coltivazione di questo arbusto non è per nulla difficile. Si trova infatti in moltissimi giardini e su altrettanti balconi e terrazzi. È tenuto in grande considerazione perché è una pianta molto decorativa in tutte le stagioni in più trova svariati utilizzi.

    Inoltre è una delle essenze aromatiche più amate della cucina italiana, sposandosi in maniera meravigliosa con piatti a base di carne, di pesce o di verdure.
    non necessita di terreni particolarmente ricchi, crescendo bene anche in terreni poveri e calcarei.
    Si mette a dimora nel mese di marzo aprile. Il rosmarino non è sotto questo aspetto una pianta esigente. Vive molto bene nei substrati sciolti e ben drenati, anche sabbiosi. Predilige un pH alcalino e terreni caratterizzati dalla presenza di buone quantità di calcio.
    Se vogliamo che cresca bene evitiamo substrati troppo compatti (per esempio quelli limacciosi o argillosi). Nel caso il nostro giardino avesse questo tipo di suolo possiamo tentare di alleggerirlo mescolandolo con sabbia fine e grossolana e aggiungendo una buona quantità di ghiaia. In questo caso è sempre buona norma sul fondo creare uno spesso strato drenante.

    Un terriccio troppo compatto potrebbe, in caso di forti piogge o di irrigazioni abbondanti, causare ristagno idrico con conseguenti marciumi e asfissie radicali. Le stesse regole vanno seguite per la coltivazione in contenitore. Cerchiamo sempre di dare vasi ampi e soprattutto profondi, con terriccio leggero e assicurandoci che lo sgrondo delle acque funzioni in maniera eccellente.

    La moltiplicazione del rosmarino può avvenire per seme o per talea. In entrambi i casi sarà facile ottenere nuovi individui di questa pianta a patto che ci siano le condizioni climatiche ideali.

    La raccolta dei rami del rosmarino può essere effettuata durante tutto il periodo dell'anno. La raccolta si effettua tagliando porzioni apicali dei rami. La raccolta permette di contenere la crescita del rosmarino stimolandolo a produrre nuovi getti.

    Il Rosmarino è capace di resistere bene all’aridità e, come nel suo ambiente naturale, spesso per sopravvivere gli è sufficiente l’umidità presente nell’aria.

    In linea generale, per piante in piena terra, dovremo ricorrere ad irrigazioni solo durante il primo anno dalla messa a dimora distribuendo abbondante acqua ogni circa 15 giorni, in mancanza di precipitazioni.
    Passato questo periodo interverremo solo in caso di siccità molto prolungate durante i mesi caldi, senza tenere presente i brevi scrosci di pioggia, anche abbondanti (che spesso non riescono a penetrare in profondità, venendo quasi completamente dilavati).

    Per Piante in vaso somministriamo acqua circa due volte al mese, evitando assolutamente l’utilizzo del sottovaso. Ricordiamoci comunque che più grande è il contenitore e meno dovremo intervenire sotto questo punto di vista.

    La Concimazione del rosmarino non è strettamente necessaria.
    Se vogliamo, in primavera, sia in vaso sia in piena terra possiamo distribuire un manciatina di concime granulare a lenta cessione piuttosto equilibrato.
    Se vogliamo incentivare la fioritura aumentiamo leggermente la quantità di potassio e di azoto.


    -

    Edited by MaryRosa - 5/9/2016, 18:36
  4. .

    IL GIARDINO IN BLU'


    ORTENSIA YDRANGEA


    atlantic%20blu


    Come dice la canzone‭ ‬"...nel blu dipinto di blu‭"‬



    non tutti sanno che le infiorescenze delle ortensie blu ed azzurre vengono dipinte di blu,‭ ‬come il cielo di Modugno,‭ ‬dalle abili mani dei floricoltori.

    In effetti alcune varietà dai fiori rosa possono assumere la colorazione blu:‭ ‬il pigmento rosa,‭ ‬la delfinidina,‭ ‬vira a blu se si lega all'alluminio.‭ ‬Questo è però possibile solo in determinate condizioni.

    Occorre somministrare alluminio sottoforma di solfato alla pianta,‭ ‬ma ciò non basta.‭ ‬Il substrato deve mantenersi ad un ph basso,‭ ‬intorno a‭ ‬4-5‭ ‬in modo da rendere disponibile l'alluminio,‭ ‬che altrimenti verrebbe bloccato in forma non assimilabile sia nel terreno che nella pianta,‭ ‬immaggazzinato all'interno dei vacuoli delle cellule.‭

    ‬Durante la fioritura è inoltre molto importante evitare le concimazioni con prodotti che innalzano il ph e con fosforo,‭ ‬che viene fornito alla pianta nelle fasi precedenti,‭ ‬per prevenirne la carenza,‭ ‬e che tende ad immobilizzare l'alluminio come fosfato.‭

    Volete sapere un metodo casalingo per mantenere acido il ph del substrato‭?

    Utilizzate il vecchio ma efficace sistema delle nostre nonne:‭ ‬versate in un innaffiatoio di acqua‭ (‬circa‭ ‬20‭ ‬lt‭) ‬un bicchiere di aceto che mantiene basso il ph e funziona anche‭ (‬se usato puro‭) ‬in alternativa ai costosi,‭ ‬non ecologici e corrosivi prodotti chimici utilizzati dalle casalinghe per eliminare il calcare su rubinetti e superfici in casa.....parola di‭ "‬casalinghi di campagna‭"


    -
  5. .

    LA PORTULACA


    portulaca-perenne_NG1



    E' una pianta grassa.

    La portulaca è una pianta succulenta e infestante, dai fiori molto decorativi.
    E’ chiamata comunemente Porcellana, mentre il suo nome scientifico è Portulaca oleracea; la parola “portulaca” deriva dal latino “portula”, che significa “piccola porta”, in riferimento ai frutti di questa pianta che sono capsule che presentano un coperchietto, che si apre come se fosse una piccola porta; “oleracea” significa “verdura”.

    Questa pianta appartiene al genere Portulaca, che comprende circa 200 specie, e alla famiglia delle Portulacaceae. E’ originaria della’America del sud, dell’Asia e dell’Africa. In Italia è abbastanza diffusa, soprattutto nelle regioni meridionali. E’ utilizzata per creare bordure e aiuole nei giardini, oppure può essere coltivata in vaso e posta su balconi e terrazze.

    La portulaca può avere un portamento eretto o prostrato; ha fusti e foglie carnosi, le foglie possono essere piatte o cilindriche, sono di colore verde chiaro e presentano un ciuffo di peli alla base; i fiori sono numerosi, hanno petali dall’aspetto stropicciato e possono essere di vari colori, gialli, rosa, rossi, bianchi; i frutti sono capsule che contengono molti semi
    La sua zona di origine è nei Paesi tropicali o subtropicali ed appartiene alla famiglia delle Portulacaceae.

    portulaca 2Questa pianta si presenta con fusti rossastri, carnosi, molto ramificati, e portamento prostrato, che la rende un’ottima pianta tappezzante; le foglie sono verde chiaro, cilindriche, succulente e con un ciuffetto ascellare di sottili peli bianchi.

    I fiori si presentano sull’apice dei rami, con i petali dall’aspetto stropicciato, che si chiudono con il buio;
    I fiori della Portulaca si possono trovare di tutti i colori, eccetto il blu;
    Sbocciano in Primavera e durano fino ai primi freddi in Autunno.

    L’esposizione ideale per questa pianta è in una zona di pieno sole, ma potrebbe sopportare anche una mezz’ombra.

    Le annaffiature devono essere scarse ma regolari per permetterle di fiorire al meglio, quindi va annaffiata ogni qual volta il terreno sia ben asciutto, evitando di inzuppare troppo il substrato.

    La concimazione, nella Portulaca, non è necessaria; questa non è una pianta che ama essere stimolata, però se volete potete fornire una volta al mese del concime liquido per piante da fiore.
    Si raccomanda di non esagerare.

    Questa pianta è abbastanza resistente all’attacco di parassiti e malattie talvolta viene, però, viene attaccata dagli afidi.

    La moltiplicazione può avvenire in due modi:

    - Seme, in Primavera;
    -
    Talea, in Estate.

    Molto spesso è ultizzata la moltiplicazione per talea, poiché basta anche solo appoggiare sul terreno un rametto e questo germoglierà in almeno il 90% dei casi.

    Questa pianta viene utilizzata anche in cucina, ed è molto apprezzata quando viene utilizzata nella preparazione di insalate e decotti.
    Dal punto di vista alimentare pare sia molto ricca di grassi Omega 3 ma anche di acido linoleico e vitamina C e numerose sono le sue proprietà.


    -
  6. .

    LA CITRONELLA o LEMON GRASS


    citronella


    La Citronella, insieme ai gerani, è una delle piante più note che vengono utilizzate per tenere lontane le zanzare in modo naturale. Proprio da questa pianta viene estratto l'olio essenziale di citronella, rimedio anti-zanzare per antonomasia da diffondere nell'ambiente. Potrete coltivare la citronella in giardino oppure in vaso, per posizionarla nei punti della casa da proteggere dalle zanzare.

    E' una pianta erbacea perenne e sempreverde che appartiene al genere Cymbopogon. E' originaria delle regioni calde e tropicali dell'Asia Meridionale. In inglese la citronella è conosciuta con il nome di lemongrass. Le sue foglie sono molto lunghe e di un colore verde intenso. Tendono a ricadere verso l'esterno.

    L'odore delle foglie di citronella ricorda quello del limone, una caratteristica che ne permette l'uso in cucina per la preparazione di salse, zuppe e tisane, tipiche dell'Oriente. La citronella funziona come pianta anti-zanzare proprio per via del suo profumo, che di solito è piacevole per noi, ma che risulta sgradito agli insetti.

    Le varietà di citronella dal maggiore potere repellente prendono il nome di Cymbopogon Nardus, Cymbopogon Citratus o Cymbopogon Winterianus. Potrete acquistare le piantine di citronella da coltivare in vaso o in giardino presso i vivai e le fiere dedicate all'orto e al giardino. I semi di citronella sono in vendita nei negozi di giardinaggio e su internet.

    Le piante di citronella da acquistare in vivaio di solito sono pronte per il trapianto in un vaso più grande. Utilizzare un supporto con le rotelle facilita lo spostamento della pianta a seconda delle necessità e permette di porla al riparo più facilmente in inverno, se il clima risulta particolarmente freddo. Se decidete di coltivare la citronella in giardino, collocatela in luoghi riparati, vicino a dei cespugli o a delle piante ornamentali, in modo che in inverno non soffra troppo il freddo.

    Seminare la citronella

    Ecco come seminare la citronella. Seminate la citronella tra marzo e luglio in vasetto. Coprite i semi con uno strato molto sottile di terriccio, che dovrete mantenere sempre umido. L'anno successivo, quando la pianta sarà abbastanza forte, la potrete trasferire in giardino o nel vaso definitivo in primavera.

    Tenete conto che la pianta di citronella può raggiungere l'altezza di 1 metro e che le sue foglie possono essere lunghe fino a 60-70 centimetri. Strofinando le foglie tra le dita potrete avvertire al meglio il loro profumo. Posizionate la citronella al sole o in un luogo solo parzialmente ombreggiato. Si adatta bene a tutti i tipi di terreno e anche ai climi non troppo miti, ma teme il freddo. Potrete rinvasare le piantine di citronella quando avranno raggiunto un'altezza di circa 10 centimetri, se le avete coltivate a partire dal seme. Selezionate le 5 o 6 piantine più forti da inserire in un unico vaso.

    Trapiantare la citronella

    Se acquistate una piantina di citronella in vivaio, trasferitela in un vaso di dimensioni adatte con terriccio ricco e ben drenato, quindi posizionatela nella zona più soleggiata del balcone in primavera, oppure in casa, vicino a una finestra, se siamo in autunno o in inverno. Dato che la citronella viene utilizzata proprio come repellente per zanzare e altri insetti, non teme attacchi da parte dei parassiti.

    Divisione dei cespi

    Potrete moltiplicare la citronella non soltanto per seme, ma anche per divisione dei cespi. Dividete i cespi in autunno e mettete le nuove piantine subito a dimora. Assicuratevi che le radici siano vive e tenete la citronella al riparo, tenendo conto che al di sotto degli 8°C la pianta comincia a soffrire.

    Dovrete estrarre la pianta dal vaso e selezionare i cespi produttivi e con le radici più forti. Potrete poi inserire ogni cespo in un vaso dedicato, con terriccio ricco e ben drenato. La citronella richiede annaffiature regolari e frequenti, soprattutto nella stagione più calda e vitale per la pianta, da marzo a settembre. Lasciate radicare sempre bene le piantine di citronella prima di trasferirle in un vaso più grande o in giardino. Quando le radici della citronella fuoriescono dai fori per il drenaggio dell'acqua, è di certo giunto il momento del travaso. Per la divisione dei cespi di citronella, è inoltre utile utilizzare dei vasetti colmi d'acqua per favorire il radicamento.

    Ripulire, potare la Citronella

    Infine, coltivare al meglio la citronella, ricordate di eliminare le foglie secche, di potare le parti della pianta che appaiono più deboli in autunno, di sistemare i vasi al riparo dal vento e dalle correnti fredde e di non lasciare ristagni idrici nei sottovasi, poiché le radici della pianta potrebbero marcire.


    -

    LA CITRONELLA o LEMON GRASS



    Gli oli essenziali sono un rimedio naturale davvero portentoso. Impariamo a conoscere meglio l'olio essenziale di citronella attraverso i suoi utilizzi.

    L'impiego principale dell'olio essenziale di citronella è come rimedio antizanzare, ma possiamo utilizzarlo in molti modi diversi.

    Potreste trovare l'olio essenziale di citronella indicato come olio essenziale di Lemon grass, perché all'estero la Citronella si chiama così.

    1) Antizanzare naturale
    Scegliete l'olio essenziale di citronella come olio essenziale antizanzare da diffondere negli ambienti. Basta avere a disposizione un diffusore di essenze a candela per l'aromaterapia.
    Versate nella vaschetta apposita dell'acqua e una goccia di olio essenziale di Citronella per ogni metro quadrato della stanza. Potrete abbinare l'olio essenziale di citronella all'olio essenziale di geranio.

    2) Detergente antibatterico
    Per aumentare il potere antibatterico dei detergenti che utilizzate abitualmente per la pulizia della casa, aggiungete al momento dell'impiego due o tre gocce di olio essenziale di citronella per ogni cucchiaio di detersivo che deciderete di utilizzare.
    Pensiamo, ad esempio, al detersivo per i piatti e per i pavimenti.

    3) Rilassare i muscoli
    Quando i muscoli e i tendini sono tesi, potete provare ad applicare dell'olio essenziale di Citronella sulla parte interessata e ad eseguire un breve massaggio. Questo rimedio è adatto anche in caso di crampi muscolari.
    Meglio utilizzare gli oli essenziali sempre diluiti.
    Dunque versate due o tre gocce di olio essenziale di Citronella in un cucchiaio di olio vegetale adatto per i massaggi, ad esempio olio di mandorle dolci o di jojoba.

    4) Artrite e dolori articolari
    In caso di artrite e di dolori alle articolazioni, l'olio essenziale di Citronella potrà darvi sollievo, ancora meglio se lo utilizzerete in combinazione con l'olio essenziale di geranio e con l'olio alla betulla.
    Un altro olio essenziale antidolorifico che dovreste sempre tenere a portata di mano se soffrite di dolori articolari è l'olio essenziale di zenzero.

    5) Indigestione
    Alcuni oli essenziali possono essere utili in caso di indigestione. Non si tratta in questo caso di ingerire delle gocce di olio essenziale (non tutti gli oli essenziali sono adatti per uso interno o alimentare) ma di massaggiare semplicemente una o due gocce di olio essenziale di citronella sull'addome per aiutare la digestione.

    6) Acne
    L'olio essenziale di citronella può rappresentare un rimedio naturale utile per chi soffre di problemi di acne. Infatti l'olio essenziale di citronella è un leggero astringente e gode di proprietà antibatteriche.
    Applicate l'olio essenziale di citronella alla sera sui punti critici in piccolissime quantità, meglio se diluito in un olio di base, con l'aiuto di un batuffolo di cotone.

    7) Insonnia
    Chi soffre di insonnia può fare riferimento al classico olio essenziale di lavanda, all'olio essenziale di camomilla ed anche all'olio essenziale di Citronella.
    Per dormire meglio massaggiate qualche goccia di olio essenziale di citronella sotto le piante dei piedi poco prima di coricarvi.

    8) Deodorante naturale
    Spesso i deodoranti per il corpo contengono olio essenziale alla Citronella o fragranze alla Citronella.
    Se utilizzate una crema per il copro o un balsamo per il corpo senza profumo o comunque dall'odore non pronunciato, potete aggiungere al momento dell'utilizzo una goccia di olio essenziale di citronella alla quantità di prodotto che impiegherete, in modo da beneficiare delle sue proprietà deodoranti.

    9) Rimedio antistress
    Uno dei metodi più comuni ed efficaci per utilizzare l'olio essenziale di citronella per alleviare lo stress riguarda l'aromaterapia.
    In questo caso potrete utilizzare l'olio essenziale di citronella in un bruciaessenze in casa o in ufficio, in un diffusore per oli essenziali da automobile oppure nell'acqua della vasca da bagno o del pediluvio. Concedetevi, soprattutto, qualche momento di relax.

    10) Stanchezza e affaticamento
    L'olio essenziale di citronella ha proprietà energizzanti e vi aiuta a liberarvi dalle tensioni e dalla stanchezza.
    Lo potrete utilizzare per massaggiare con molta delicatezza le tempie e la zona del collo, sempre utilizzandolo diluito in un olio di base. Per diluire l'olio essenziale di citronella calcolate 10-15 gocce di olio essenziale ogni 250 ml di olio vegetale.


    -
  7. .

    IL CAPPERO


    040%20-%20Sicilia%20-%20Isole%20Eolie%20-%20Salina%20-%20fiore%20del%20cappero


    “Capperi!...”.
    È un’esclamazione di meraviglia, ormai fuori uso, che sta a dimostrare quanta bellezza e bontà contenga questa pianticella cespugliosa.

    Essa cresce spontanea e, per vivere, si contenta di tanto poco, mentre in cambio ci dà fiori bellissimi bianco-rosati dai lunghi stami color viola. Un sorriso improvviso che spunta sulle labbra screpolate di vecchi ruderi e di case in rovina.

    I suoi fiori prima di sbocciare hanno la forma di un pisello schiacciato.

    In questa fase sono ricercatissimi per condimenti, per intingoli e salse piccanti, perché hanno un profumo e un sapore soavemente acidulo. Peccato che per lo più finiscono sottaceto, dove perdono gran parte della loro soavità. Inoltre, sembra che abbiano spiccati meriti cosmetici, che risalgono ai tempi della bellissima Frine. Questa cara ragazza si nutriva di bottoni di cappero e a loro attribuiva la sua singolare e perfetta bellezza.

    Il cappero ha fusto verde, flessuoso, semi-rampicante, lungo e pendulo, dalle belle foglie ovali, quasi rotonde, con due spine alla base del picciolo; i fiori sono splendidi; il frutto è una bacca carnosa che, seccata, darà i semi per la riproduzione.
    È una pianta sempre apprezzata, anche perché ornamentale, non sottoposta a vera coltura. Se trovate un getto radicale, o una talea già preparata, potrete sempre trasferirla nel vostro orto, nel periodo invernale, approfittando del tempo in cui la pianta è a riposo.

    Dovete però piantarla in qualche parete o muro, dove possa appoggiarsi e stendere poi i suoi rami cadenti a forma di cespuglio.

    In cucina è considerato una spezia: entra nella preparazione di tante salse piccanti, aromatiche e digestive. Indispensabile nella preparazione del vitello tonnato, della caponata di melanzane e di tante altre specialità culinarie. Nella farmacopea popolare è usata la radice. Essa contiene un glucoside amaro, la cappariturina, che possiede spiccate proprietà diuretiche e antiartritiche.
    Il cappero è simbolo di perseveranza.

    http://www.frateindovino.eu/prodotti-on-li...ticello-di-casa


    -
  8. .

    L'ACONITUM


    640px-Blauer_Eisenhut_Dolomiten


    L'Aconitum è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Ranunculaceae, dall'aspetto di erbacee dalla tipica infiorescenza a spiga e dai fiori velenosi.l nome del genere "Aconitum" deriva dal greco akòniton (= "pianta velenosa").

    La pianta infatti risulta conosciuta per la sua elevata tossicità fin dai tempi dell'antichità omerica. Con questo nome probabilmente veniva indicata una pianta velenosa endemica il cui habitat frequente era tra le rocce ripide di alcune zone della Grecia. Due sono le radici che vengono attribuite al nome:

    - akòne (= “pietra”) facendo riferimento al suo habitat;
    - koné (= “uccidere”), facendo ovviamente riferimento alla sua tossicità.

    Veniva anche usata come simbolo negativo (maleficio o vendetta) nella mitologia dei popoli mediterranei.

    Secondo altre fonti (Plinio) il nome Aconitum deriva da un antico porto sul Mar Nero: “Aconis”.

    La denominazione scientifica attualmente accettata (Aconitum) è stata proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.

    La specie tipo per questo genere è: Aconitum napellus

    I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
    Sono piante erbacee, perenni la cui altezza va da pochi decimetri fino a 2 metri. In Italia queste piante si presentano con due forme biologiche:
    - geofite rizomatose (G rhiz), ossia piante che portano le gemme in posizione sotterranea; durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come rizomi, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei.

    - emicriptofite scapose (H scap), ossia piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso povero o privo di foglie.


    -
  9. .

    COME COLTIVARE LO ZENZERO IN VASO


    come-coltivare-lo-zenzero-in-casa


    Questa pianta può essere coltivata sul balcone oppure anche all’interno dell’abitazione, utilizzando un semplice vaso.
    Bisognerebbe sempre averne un po’ a portata di mano, perché è ricco di proprietà benefiche.
    Soprattutto i decotti a base di zenzero si adattano alla prevenzione e alla cura dell’influenza e dei vari malanni di stagione.
    L’estratto di zenzero viene considerato anche un ottimo antidolorifico. Possiamo impiegarlo nella preparazione di infusi o possiamo aggiungerlo alle nostre ricette, perché, oltre ad essere portatore di molti benefici, dona alle pietanze un sapore davvero gradevole.

    La coltivazione

    Per iniziare la coltivazione dello zenzero dobbiamo procurarci un rizoma. Si tratta di una radice della pianta, che sia dotata anche di qualche germoglio.
    E’ sempre opportuno assicurarsi di scegliere dei rizomi biologici.
    Quelli che si trovano spesso al supermercato potrebbero essere stati trattati anche con sostanze chimiche, che ne ritardano la germogliatura.

    Se il tubero contiene più germogli, si possono ricavare anche più piante da un unico rizoma.
    Il momento più adatto per iniziare a coltivarlo è quello compreso tra la fine dell’inverno e l’inizio dell’estate.
    Il terriccio più adeguato è quello argilloso-sabbioso, che sia ben drenato e che sia formato almeno per metà da un buon compost.

    Queste caratteristiche sono essenziali, per fornire nutrimento alla pianta e per trattenere l’umidità grazie alla presenza dell’argilla.
    Teniamo conto che in un vaso di circa 40 centimetri di diametro possiamo mettere fino a 3 piante, in modo che siano distanziate di circa 15 centimetri l’una dall’altra.

    Il trapianto

    Per lo zenzero sono adatti i luoghi ombreggiati, in modo che i raggi del sole possano arrivare in maniera filtrata.
    Se prima dell’invasamento abbiamo scelto di mettere la pianta su un terreno, possiamo poi procedere al suo trapianto.
    Il periodo migliore per fare questa operazione è il tardo inverno o l’inizio della primavera.
    Bisogna mettere la pianta in una posizione luminosa, dove però non batta il sole troppo direttamente.
    Inoltre dobbiamo assicurarci che sia protetta dal vento.

    La pianta dello zenzero non occupa un grande spazio, anche perché ogni rizoma produce poche foglie, che si infoltiscono a ciuffo in maniera molto lenta.

    Per idratare la pianta possiamo usare anche uno spruzzino, se l’aria del nostro ambiente domestico dovesse essere troppo secca.
    In alternativa possiamo pensare anche ad umidificare correttamente l’aria in casa.
    In tarda estate, quando le temperature cominciano a cambiare, possiamo anche lasciar seccare il terreno.
    In questo modo lo zenzero comincerà a produrre rizoma.

    Il momento adatto per la raccolta è quello in cui tutte le foglie sono seccate.
    Alcuni dei pezzi raccolti devono essere selezionati, per poi essere ripiantati.
    Non è necessario innaffiare continuamente o stare troppo attenti ai rizomi che rimangono nel terreno, almeno fino a quando non si rialzano le temperature, con l’arrivo della stagione estiva.


    zingiber_fiore_zenzero_977db7ba


    -

    Edited by MaryRosa - 18/1/2016, 20:13
  10. .

    IL PRIMO PICCOLO ORTO
    I CONSIGLI PER RIUSCIRE A COLTIVARLO BENE



    5le_verdure_del_mio_orto_intervista_a_paolo_ferraris_615x346



    SEGUI I CONSIGLI DI : COSE DI CASA E DI GREEN ME---->

    - www.cosedicasa.com/il-primo-orto-i-...ign=nu-20150226

    - www.ufficiostampacagliari.it/report...sottopagina=329

    - www.greenme.it/abitare/orto-e-giard...o-piccoli-spazi


    -

    Edited by MaryRosa - 4/9/2015, 10:19
  11. .

    LO ZENZERO


    zenzero


    Lo zenzero è una pianta erbacea che è molto usata sia in cucina, per insaporire piatti di origine indiana o cinese, sia come pianta medicinale per le sue incredibili proprietà curative.
    Originario dell’Asia, lo zenzero è molto usato nell’area indocinese in medicina, soprattutto per riequilibrare l’apparato digerente e calmare il senso di nausea e vomito, ma anche per combattere l’influenza e il raffreddore: sarà infatti sufficiente grattugiare questa portentosa pianta medicinale nella minestra calda o usarla per fare una tisana per aiutare l’organismo ad affrontare queste fastidiose indisposizioni.

    Lo zenzero è inoltre un ottimo ingrediente in cucina : usiamo in cucina il rizoma o radice di zenzero, ideale comunque non solo per piatti dal sapore orientale, ma anche per arricchire preparazioni semplici, come un semplice risotto.
    È importante che lo zenzero che usiamo sia fresco, e quindi potremmo occuparci di coltivarlo noi stessi a casa: non servono particolari cure e accorgimenti.

    Il periodo ideale per coltivare lo zenzero va dalla fine dell’inverno e fino all’inizio dell’estate. Acquistiamo un rizoma rigorosamente biologico, con germogli che già si vedono affiorare dalla radice.

    Nel caso in cui ci siano molti germogli, possiamo dividere il rizoma in più pezzi e ottenere così diverse piante da un unico tubero.

    Procuriamoci un vaso medio grande, poiché le radici dello zenzero si sviluppano molto, e riempiamolo di terriccio sabbioso e argilloso. Aggiungiamo anche del compost per nutrire la pianta.

    Interriamo dunque i rizomi pochi centimetri sotto la superficie del terriccio, rivolgendo i germogli verso l’alto. Se mettiamo in uno stesso vaso più rizomi, dobbiamo distanziarli di almeno 15 cm l’uno dall’altro.

    Innaffiamo una volta al giorno e di sera, evitando che ci siano ristagni d’acqua.

    Dopo circa cinque mesi da quando abbiamo interrato il rizoma, possiamo procedere a raccogliere lo zenzero. In generale comunque quando la pianta fiorisce e poi secca, è pronta per la racconta, ma è meglio aspettare e piuttosto eliminare fiori e steli in modo da concentrare il nutrimento nella radice.

    Dopo che abbiamo raccolto lo zenzero, possiamo staccare un nuovo rizoma da interrare. In questo modo avremo sempre lo zenzero fresco a nostra disposizione.

    Durante l’estate mettiamo la pianta all’aria aperta. La temperatura ideale perché cresca è non inferiore ai 15°C; invece in inverno mettiamola dentro casa. In generale comunque è una pianta che non ama i raggi del sole diretti, ma solo il calore e il terreno umido ma non troppo bagnato.


    -
  12. .

    L'AGRIFOGLIO - ILEX AQUIFOLIUM


    pungitopo


    COLTIVARE L'AGRIFOGLIO IN GIARDINO

    L’agrifoglio è un alberello o un grande arbusto sempreverde, che può raggiungere i dieci metri di altezza, originario dell’Europa centrale e meridionale e di parte dell’Asia; in effetti in natura è più probabile incontrare agrifogli di dimensioni più contenute, intorno ai 3-5 m di altezza, strutturati come arbusti globosi, con una chioma piramidale e uno o più fusti principali.

    Il nome botanico è Ilex Aquifolium; il fogliame è di colore verde scuro, e questi arbusti presentano una particolarità peculiare: le foglie giovani e nella parte bassa dell’arbusto sono munite di spine acuminate, che rendono il margine fogliare ondulato; le foglie più vecchie e nella parte alta dell’arbusto invece hanno margine lineare e hanno perso le spine, e quindi sono di forma ovale.

    I fusti sono molto ramificati, a creare una chioma densa, i rami hanno corteccia liscia e sono di colore verde o grigio; in primavera l’agrifoglio produce piccoli fiori; trattandosi di una pianta dioica alcuni agrifogli hanno solo fiori maschili, di colore giallastro, mentre altri agrifogli hanno solo i fiori femminili, di colore bianco o rosato, riuniti in mazzetti all’ascella fogliare.

    Solo i fiori femminili lasceranno il posto ai frutti: delle drupe tonde, di dimensioni minute e di colore rosso; quindi, se vogliamo un agrifoglio pieno di bacche, prima di tutto dovrà essere un esemplare femminile, e secondariamente, nei pressi dovrà per forza esserci almeno un esemplare maschile.

    Gli agrifogli vengono coltivati da secoli in Europa, sia come piante ornamentali, ma soprattutto come piante benauguranti, in quanto anticamente già gli antichi romani utilizzavano rami di questa pianta come ornamenti propizi durante le festività del solstizio d’inverno; questo uso si è mantenuto fino ai giorni nostri, visto che l’agrifoglio viene utilizzato per decorate le case nel periodo natalizio; il colore vivace del fogliame e delle bacche rosse sicuramente rende questa pianta molto gradevole, soprattutto nel giardino invernale, quando la maggior parte delle altre piante sono grigie e senza fogliame; nel bosco gli agrifogli spiccano solo in inverno, perché per il resto dell’anno passano del tutto inosservati.

    La coltivazione nel corso degli anni ha portato alla creazione di svariati ibridi e cultivar; tipicamente nei giardini è difficile vedere un agrifoglio con fogliame verde scuro, tipicamente si preferiscono le varietà con il margine chiaro, in contrasto, o con il margine giallastro, o con foglie variegate. Esistono anche varietà nane, dallo sviluppo compatto, e varietà le cui foglie mantengono le spine per lungi anni.

    L’agrifoglio è un arbusto resistente, che tende ad adattarsi bene anche in condizioni di coltivazione non perfette; predilige terreni ben drenati, abbastanza sabbiosi, leggermente acidi, e ricchi di materia organica, ma sopravvive anche in terreni alcalini e pesanti, purché non trascorra periodi eccessivamente lunghi in un terreno completamente asciutto o inzuppato pesantemente di acqua stagnante.

    Si posizionano quindi in una buona terra da giardino, alleggerita ed arricchita con poco stallatico o humus, e con del terriccio universale.

    Gli agrifoglio si sviluppano senza problemi sia al sole che all’ombra, anche se le varietà a foglia colorata tendono a mantenere il fogliame più vivacemente colorato quando vengono coltivate a mezz’ombra, mentre le varietà a foglia verde tendono ad assumere un colore più chiaro se coltivate in pieno sole. Si tratta di una pianta completamente rustica, che può sopportare temperature minime invernali vicine ai -15°C; possiamo quindi coltivare un agrifoglio in giardino per tutto l’arco dell’anno; eventuali gelate molto intense, o tardive, possono rovinare le ramificazioni più esterne, ma la pianta si riprenderà rapidamente all’arrivo della primavera.

    Gli agrifogli sopportano anche il sole caldo estivo, purché non vengano lasciati in condizioni di completa siccità per lunghi periodi di tempo; anche il vento e l’inquinamento non sono un problema per questi arbusti vigorosi.
    I giovani esemplari necessitano di annaffiature regolari, da aprile fino a settembre, da fornire ogni volta che il terreno è asciutto; le piante a dimora da tempo invece tendono ad accontentarsi dell’acqua delle precipitazioni, ma può essere necessario annaffiare in estate, quando il clima è molto caldo ed asciutto, o anche in primavera, in caso di particolare siccità.

    Gli agrifogli sono arbusti a sviluppo molto lento, per questo motivo difficilmente necessitano di potature, se non la normale pulizia a fine inverno; si coltivano anche in vaso, anche se non amano i trapianti, ed è quindi opportuno porli da subito a dimora in un vaso abbastanza capiente, dove possano rimanere per alcuni anni, senza necessitare di un rinvaso.

    PARASSITI E MALATTIE

    Gli agrifogli tendono ad adattarsi ad ogni condizione di coltivazione, per questo motivo, difficilmente un agrifogli si ammalerà, a meno che le condizioni avverse non perdurino per lunghi periodi di tempo; i parassiti fungini dell’agrifoglio sono in genere marciumi delle radici, che si sviluppano solo se il terreno attorno alla pianta rimane saturo d’acqua per mesi.

    Gli insetti che attaccano l’agrifoglio sono i più comuni diffusi nei nostri giardini: con clima caldo e secco si sviluppa la cocciniglia, che rimarrà sulla pianta anche in inverno; in primavera invece, sui giovani germogli, si annidano spesso gli afidi, rovinando le foglie nuove.

    Di solito il principale problema legato all’agrifoglio è la mancanza di bacche, assai sentito qual ora si fosse acquistato un agrifoglio proprio per godere dei frutti invernali; come dicevamo prima, solo gli esemplari femminili producono bacche, mentre quelli maschili non ne producono alcuna (in nessuna condizione); per sapere se l’agrifoglio he abbiamo posto a dimora è femmina, dovremo attendere che fiorisca, cosa che spesso avviene solo in esemplari che hanno almeno 4-5 anni di vita; per ovviare a questo problema, spesso in vivaio si cerca di acquistare agrifogli che abbiano già le bacche, per avere la certezza che li produrranno anche nel nostro giardino.

    Se però nel nostro stesso giardino, o in quello del vicino, non ci sono agrifogli maschi, non otterremo alcuna bacca in estate, perché i fiori del nostro agrifoglio femmina non potranno venire impollinati. Un altro problema degli agrifogli è legato al fatto che non amano venire spostati, travasati, estirpati; spesso, quando si mette a dimora un agrifoglio, questo perde tutto il fogliame: è un normale comportamento dovuto allo stress subito dalle radici; in genere nell’arco di qualche settimana la pianta si adatta alla nuova collocazione e si torna a riempire di foglie.

    PROPAGARE L'AGRIFOGLIO

    Le drupe dell’agrifoglio contengono semi fertili; in natura questi semi cadono, e rimangono nel terreno umido e freddo fino alla primavera, quando germoglieranno; se raccogliamo in autunno i frutti di agrifoglio, leviamo i semi dalla polpa, lasciamoli asciugare e poi subito seminiamoli, tenendo il vassoio di semina all’aperto, in luogo freddo e ombreggiato, fino a germinazione.

    Se invece abbiamo dei semi di agrifoglio già secchi, che hanno qualche mesi di vita, dovremo porli in frigorifero, per simulare il trascorrere dell’inverno, altrimenti impiegheranno anche uno o due anni per germogliare. In ogni caso, anche i semi freschi, non germineranno all’arrivo della primavera, ma impiegheranno qualche mese in più.

    Ovviamente, non potremo sapere prima- di tre o quattro anni se i nostri agrifogli da seme siano maschio o femmina. Spesso, per evitare di riprodurre degli esemplari maschili, s preferisce propagar e l’agrifoglio per talea, prelevando le talee da un esemplare femminile, saremo così sicuri che a maturità la nostra futura pianta produrrà le tipiche bacche rosse.

    Le talee si prelevano in primavera inoltrata o a fine estate, tagliando gli apici dai rami che non hanno fiorito; le talee vanno private delle foglie nella parte basse, si immergono nell’ormone radicante e poi nel terreno.

    Il vassoio di taleaggio va tenuto in luogo fresco e ombreggiato, e va annaffiato regolarmente, evitando che il terreno asciughi completamente.


    -
  13. .

    LA RUCOLA



    Per le sue proprietà depurative, diuretiche e digestive, la rucola è una verdura molto apprezzata e impiegata in cucina; le foglie hanno un sapore intenso, quasi piccante, che le caratterizza.

    Esistono due varietà :

    - la Rucola domestica

    - la Rucola selvatica

    Esse differiscono leggermente sia nella forma delle foglie che nel sapore inoltre la varietà domestica viene coltivata come annuale mentre quella selvatica è una pianta perenne.

    Coltivare la rucola nel proprio orto non richiede conoscenze colturali particolari e si può fare anche in poco spazio ricavato sul balcone, l’unica avvertenza è quella di tenerla al riparo dal vento.
    Il ciclo vitale della rucola è piuttosto veloce; dopo la semina che si fa in genere in primavera, può essere raccolta per essere consumata già dopo poche settimane. Vediamo nel dettaglio come coltivare la rucola seguendo alcune indicazioni utili.

    Come coltivare la rucola sul balcone, la procedura

    Può essere coltivata in qualsiasi tipo di terreno, più sarà arido più conferirà alle foglie un sapore piccante. Dalla semina alla raccolta occorre circa un mese; cresce senza problemi anche in autunno e in alcune zone d’Italia dove il freddo non è particolarmente rigido, la rucola mantiene la sua capacità vegetative anche in inverno. Per seminare la rucola, i semi vanno sparsi a spaglio se si procede a coltivare in piena terra, oppure al coperto in un contenitore.

    Per la coltivazione di rucola in vaso :

    1) Procuratevi un vaso con un diametro di circa 20 cm, ma va bene anche un contenitore rettangolare, l’importante che sia largo.

    2) In fondo al vaso posizionate uno strato di argilla espansa per favorire il drenaggio dell’acqua poi riempite con un buon terriccio universale; in alternativa potete mischiare il terriccio con una parte di sabbia.

    3) Spargete i semi e ricoprite con un sottile strato di terra poi irrigate in maniera costante e generosa, facendo attenzione a non provocare ristagni idrici.

    Come coltivare la rucola sul balcone :

    È preferibile far crescere le piantine in pieno sole
    Non serve somministrare alcun tipo di fertilizzante: se si tratta di piante coltivate in piena terra basta vangare preventivamente il terreno bene in profondità.
    Quando le piante producono gli steli fioriferi vanno eliminati per evitare che le foglie assumano un sapore amarognolo.


    -
  14. .

    LA ZUCCA CENTENARIA o ZUCCA SPINOSA


    zucca-centenaria


    La zucca centenaria appartiene alla famiglia botanica delle Cucurbitacee ed è conosciuta in Italia anche come zucca spinosa, zucca o zucchetta messicana o ancora, chayote. La zucca centenaria è un ortaggio insolito da coltivare ma per il suo sapore e per la forma dei suoi frutti, si sta via via diffondendo negli orti familiari.

    La zucca centenaria (Sechium edule), produce frutti dalla tipica forma a pera, lunghi da 10 a 18 cm, che presentano solchi e buccia ricoperta da aculei piuttosto pronunciati. Ogni zucchetta spinosa pesa in media 200 grammi e ha un colore verde chiaro, anche se alcune varietà sono caratterizzate da una tinta giallo-avorio.

    Come coltivare la zucca centenaria

    La zucca spinosa si adatta bene a diversi tipi di terreno, anche se predilige quelli più sciolti e ben dotati di sostanza organica. Si può coltivare in tutta Italia, eccetto nelle zone di montagna perché non sopporta i climi freddi: per vegetare la pianta ha bisogno di temperature comprese tra i 18 e i 24 °C.

    Quando coltivare la zucca centenaria

    La coltivazione della zucca centenaria si può avviare al Nord quando non c’è più pericolo di gelate: tra fine aprile e inizio maggio. Al Centro-Sud, la zucchetta messicana si mette a dimora già a fine marzo.

    Come si procede per la messa a dimora

    Chi ha a disposizione frutti della precedente stagione, potrà interrarli leggermente. Nel caso non si abbiano a disposizione zucchette di un precedente raccolto, queste possono essere acquistati presso rivenditori di prodotti ortofrutticoli. La messa a dimora deve assicurare a ogni pianta molto spazio: la zucca spinosa vegeta abbondantemente, bisogna porre le piante a una distanza di 2 metri tra le file e 2-3 metri sulla stessa fila.

    Poiché la vegetazione è rigogliosa e ogni pianta porta numerosi frutti, la zucca spinosa necessita di strutture di sostegno: predisponete una rete (sia di materiale plastico, sia che elettrosaldate come quelle impiegate in edilizia) alta almeno 2 metri. L’ideale è coltivare la zucca centenaria nei pressi di una rete divisoria o di recensioni preesistenti.

    La zucchetta centenaria si raccoglie da agosto fino a settembre-ottobre, nell’Italia meridionale il raccolto può protrarsi fino a novembre inoltrato. Per raccogliere le zucchette spinose sarà necessario premunirsi di forbici con cui recidere il peduncolo, per maneggiare questi ortaggi si consiglia di indossare un paio di guanti.

    Quando le zucchette sono ben mature, queste si staccano da sole (se ne trovate qualcuna a terra, non scartatela, potrebbe essere buona) o quando appena sfiorate.

    La coltivazione della zucchetta centenaria è molto conveniente anche nei piccoli orti o per chi coltiva in vaso: da una singola pianta è possibile raccogliere fino a 100 frutti. Se conservate a una temperatura di circa 10 °C, le zucchette possono essere conservate anche per alcuni mesi.

    In cucina, la zucca centenaria si prepara al pari degli altri tipi di zucca.


    -
  15. .

    LE PIANTE CHE FIORISCONO IN AUTUNNO


    piante-che-fioriscono-in-autunno


    Le Piante che fioriscono in autunno: tra ottobre e novembre vanno piantati Bulbi da fiore come tulipani, giacinti e narcisi mentre in questo periodo sbocciano piante meno note come colchichum, crocus e solanum. Vediamo quali sono alcune delle piante che fioriscono in autunno.

    La Grevillea

    Le sue origini sono australiane ma la pianta si adatta bene al clima mediterraneo. A fine ottobre, la Grevillea fiorisce regalando uno spettacolo molto particolare: fiori dal lungo calice che si sviluppano in riccioli colorati da cui spuntano piccoli stomi flessi e un unico pistillo. I colori sono i più disparati: rosa, rosa vivace, giallo, rosso, arancio…

    Il Corbezzolo

    Questa pianta ci consente di conferire sapore (per i frutti), colore (per i fiori) e gioia (per il profumo) alla stagione autunnale. I fiori spuntano con l’inizio dell’autunno e si trasformano in frutti rossi a ciclo concluso.

    I Ciclamini

    I ciclamini sono in grado di regalare fiori tutto l’anno, anche nei mesi d’autunno. In autunno, i ciclamini vanno trapiantati in un vaso con della terra fresca con una base argillosa e posizionati in una zona luminosa.

    L’Erica

    Erica è un genere della famiglia Ericaceae, comprendente circa 700 specie sempreverdi a portamento arbustivo. La produzione di fiori avviene principalmente in autunno, ed è abbondante, per questo motivo le piante di Erica sono coltivate come ornamentali.

    Le Viole

    Si tratta di piccole piante perenni ornamentali che offrono una bella presenza in giardino, in terrazzo o in balcone grazie ai loro bei fiori profumati. Sono molto resistenti al freddo.

    I Cavoli ornamentali

    I cavoli ornamentali riescono a colorare il giardino in pieno inverno e in autunno. La messa a dimora può essere effettuata a inizio autunno, necessitano di una zona ben soleggiata dove l’acqua non ristagna. Se coltivati in vaso, i cavoli ornamentali, devono essere supportati da una fertilizzazione che va sostenuta ogni 15-20 giorni. Per scegliere la varietà più adatta, affidatevi al colore o al periodo di fioritura.

    Il Solanum

    Solanum è un genere di piante da fiore appartenente alla famiglia delle Solanaceae. I fiori sono regolari, con 5 petali e 5 sepali. Il calice è a forma di campana.


    -
552 replies since 19/5/2008
.