IL MIO GIARDINO E I MIEI FIORI

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    IL LIGUSTRO... - LIGUSTRUM - COME SIEPE DIVISORIA


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    Il Ligustro, Ligustrum, è una pianta arbustiva perenne coltivata a scopo ornamentale per realizzare siepi di separazione.

    Il Ligustro – Ligustrum - Caaratteristiche generali

    Il Ligustro è una pianta sempreverde della famiglia delle Oleaceae originario dell’Australia, dell’Europa centro meridionale e dell’Africa settentrionale. In Italia cresce spontaneo quasi ovunque e viene coltivato soprattutto come pianta da siepe e talvolta come elemento isolato.

    Si tratta di arbusto sempreverde alto da due a cinque metri, caratterizzato da un fusto eretto e ramificato ricoperto da una sottile corteccia di colore marrone chiaro.

    Le foglie sono lanceolate, lucide, coriacee e di colore verde brillante.

    I fiori ,riuniti in dense infiorescenze a spighe, hanno la corolla imbutiforme composta da piccoli petali bianchi e profumati che attirano le api e altri insetti impollinatori.

    I frutti del ligustro, non sono commestibili, sono bacche sferiche di colore nerastro.

    VARIETA' E SPECI DI LIGUSTRO

    Tra le specie ornamentali adatte per siepi di separazione ricordiamo:

    - Ligustrum lucidum

    Il Ligustro lucido è un arbusto sempreverde di taglia grande che in inverno assume una colorazione giallo verde. La fioritura avviene all’inizio dell’autunno.

    - Ligustrum ovalifolium

    Una specie arbustiva sempreverde con foglie ovali e coriacee. In inverno assume una colorazione verde bianco. Cresce più velocemente del ligustro vulgare; le foglie sono dense e grandi. Si adatta bene alla crescita nelle zone costiere ed è meno resistente al freddo e al vento.

    - Ligustrum vulgare

    Una specie autoctona con accrescimento lento e contenuto. Raramente supera i 2 metri di altezza anche nelle più adatte condizioni pedoclimatiche. Ha foglie ovali caduche e, in primavera avanzata, produce una ricca fioritura bianca e profumata seguita in estate da un’abbondante produzione di bacche violacee sferiche simili a quelle del sambuco. Ama l’esposizione soleggiata, resiste alla siccità e alle potature.

    - Ligustro sinense

    È una specie rustica, a crescita rapida con foglie di colore verde chiaro. E’ molto facile da coltivare ed è adatta per formare siepi medio-basse e per abbellire vialetti d’ingresso. Durante l’inverno, in caso di stagione particolarmente piovosa può perdere parte delle foglie che però in primavera rispunteranno in brevissimo tempo.

    - Ligustro del Giappone

    È un ligustro da siepe molto bello con foglie grandi e lucide di un bel verde brillante. Con questa pianta sempreverde da giardino si ottengono siepi folte ed eleganti, di rapida crescita e di facile coltivazione.
    Il ligustro del Giappone può essere utilizzato per siepi medio-basse grazie alla sua grande tolleranza alle potature, ma anche per siepi alte abbastanza da godere privacy e riservatezza.

    - Ligustro variegato del Giappone

    E’ un arbusto dal portamento eretto ed elegante. E’ sempreverde con foglie coriacee verdi a bordi gialli. In primavera produce abbondanti fioriture rosa e crema. Fiorisce in giugno e luglio con sporadici e piccoli fiori bianchi, molto profumati, a cui seguono piccoli frutti neri. Pianta rustica, sopporta bene anche l’inquinamento urbano e la salsedine. Grazie alla sua rapidità di crescita, forma in breve tempo siepi vigorose e decorative di altezza compresa tra 1 e 3,5 metri.

    Coltivazione del Ligustro

    Esposizione

    Il ligustro predilige i luoghi soleggiati ma si sviluppa bene anche anche in una zona semiombrosa. E’ una pianta ornamentale che tollera le temperature rigide dell’inverno non inferiori ai 10° C e sopporta senza problemi quelle calde dell’estate.

    Terreno

    Si adatta a qualunque tipo di terreno ben drenato ma per uno sviluppo adeguato preferisce quello calcareo, fertile, fresco e misto a sabbia o altro materiale drenante.

    Annaffiature

    Il ligustro sopporta molto bene anche lunghi periodi di siccità e si accontenta generalmente delle acque piovane. Nelle regioni a clima torrido richiede un minimo apporto idrico almeno ogni 20 giorni. Le piante coltivate in vaso richiedono terreno umido e quindi le innaffiature dovranno essere regolari e frequenti almeno 2 volte a settimana.

    Concimazione

    Le piante di Ligustro si concimano a fine inverno somministrando alla base del terreno un fertilizzante a lento rilascio bilanciato in macroelementi utile per lo sviluppo dei nuovi germogli e dei i fiori. Una volta al mese, concimazioni liquide a base di azoto e potassio, gioveranno alla pianta.
    In alternativa, eseguire in febbraio-marzo e in settembre-ottobre due fertilizzazioni con concime organico a lenta cessione, per mantenere un costante apporto nutritivo durante tutto l’anno.
    In inverno le concimazioni vanno sospese del tutto in quanto il Ligustro entra in riposo vegetativo.


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    IL MACERATO DI FELCE - RIMEDIO NATURALE CONTRO I PARASSITI DELL'ORTO



    Il macerato di felce, rimedio naturale contro i parassiti dell’orto

    Si tratta di un altro antiparassitario naturale, che si aggiunge agli altri che abbiamo visto nei precedenti articoli: macerato d’ortica, infuso o macerato d’aglio, e macerato di pomodoro.

    Quando si fa un orto biologico diventa fondamentale agire con questa tipologia di prodotti, poiché in questo modo possiamo evitare l’uso degli insetticidi che, alla fine, avvelenano le nostro colture e, dunque, il nostro cibo.

    Conosciamo meglio, quindi, la felce, e vediamo come preparare e usare il suo macerato per difendere al meglio il nostro orto da malattie e parassiti.

    Il Macerato di felce

    Il macerato di felce si ottiene dalla macerazione di due tipi di piante, la felce maschio Dryopteris filix-mas, e la felce aquilina Pteridium aquilinum.

    Si tratta di due piante spontanee della classe delle Pteridopsida, delle famiglie delle Dryopteridaceae (la felce maschio) e delle Hypolepidaceae (la felce aquilina).
    La felce è una specie di pianta cosiddetta cosmopolita.
    Sul territorio italiano la ritroviamo un po’ ovunque.
    In particolare nei boschi, nelle valli dei pascoli, nelle zone ombrose e nei terreni a matrice silicea, fino ad altitudini di duemila metri.
    In tempi antichi, questa pianta, per la sua azione vermifuga, veniva usata per preparare rimedi naturali contro i parassiti della stomaco. Tuttavia, questo tipo di uso è stato con il tempo abbandonato. Questo per via dell’elevata tossicità e i rischi legati al consumo umano di preparazioni artigianali non sempre controllate.

    Preparazione ed uso del macerato di felce

    L’impiego principale che si fa del macerato di felce è quello di antiparassitario naturale contro la cocciniglia e altri insetti.

    Dosi

    Per la preparazione del macerato si usa la parte aerea della pianta, ossia le foglie della felce.

    Le proporzioni sono:

    1 kg di pianta verde (o 100 gr di pianta secca) -10 litri di acqua.

    La pianta verde va lasciata a mollo per una settimana in abbondante acqua (possibilmente piovana, meglio se raccolta usando recipienti di terracotta).

    Uso del macerato di felce

    Contro la cocciniglia : Come rimedio naturale per la cocciniglia, il macerato di felce di una settimana si usa nei mesi primaverili ed estivi e va diluito in ulteriori 10 litri d’acqua.
    Se si sceglie invece di intervenire nei mesi invernali, è bene usarlo puro.
    Per un’azione più efficace contro la cocciniglia, si consiglia la pulizia preliminare della parte infestata con una spazzola con setole morbide. L’irrorazione sugli alberi, come sappiamo, è da effettuare nelle ore più fresche della giornata.
    L’intervento, infine, deve essere fatto ad intervalli regolari, una o due volte a settimana, per almeno un mese.

    Altri usi

    - Contro gli afidi : Il macerato di felce è anche un efficace antiparassitario , per le infestazioni della parte aerea delle nostre colture orticole.

    - Contro le lumache se irrorato direttamente nel terreno, è inoltre efficace

    - Come complemento nutritivo del terreno : essendo la felce ricca di potassio, il macerato può essere irrorato nel terreno come complemento nutritivo in caso di carenza di questo elemento.


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    IL MELOGRANO :
    come coltivarlo a partire dai semi


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    Il melograno (o melagrana) è uno dei frutti più amati della stagione.
    Vi diamo alcuni suggerimenti per coltivare il melograno a partire dai semi.

    Se avete l'occasione di raccogliere un frutto di melograno dal giardino dei parenti e degli amici o di acquistare un melograno bio dal contadino, sarete davvero fortunati perché i semi dei melograni appena raccolti saranno di certo più vitali. Ma anche con un melograno acquistato al supermercato potete provare a sperimentare. Conservare qualche seme di melograno da piantare infatti non costa nulla.

    I semi di melograno germogliano piuttosto facilmente e questo è bel punto a vostro favore. Il metodo più semplice prevede di liberarli dalla polpa rossa che li circonda e di piantarli nel terreno ad una profondità di circa mezzo centimetro. Potrete benissimo piantarli anche in vasi o vasetti senza problemi. L'ideale sarebbe prelevare un pochino dello stesso terreno in cui cresce la pianta da cui avete raccolto il vostro melograno.

    Altre tecniche suggeriscono di estrarre i semi di melograno, pulirli e risciacquarli, per poi lasciarli asciugare per qualche giorno, come fareste per i semi di zucca o di pomodoro. A voi la scelta, potete sperimentare entrambi i metodi. Per germogliare i semi di melograno hanno bisogno di temperature miti.

    Dato che li abbiamo a disposizione durante la stagione fredda, il consiglio utile è di riporre i vostri vasi o vasetti con i semi di melograno in un angolo tiepido e illuminato della casa oppure nella parte più soleggiata del balcone. Tenete le future piantine di melograno al riparo dal freddo, dal vento e dalle gelate. Dopo circa 30-40 giorni, se tutto sarà andato bene, dovreste vedere spuntare le piantine di melograno dal terreno.

    COME COLTIVARE IL MELOGRANO

    Il consiglio è di piantare 3 semi di melograno per ogni vasetto. Poi potrete scegliere le piantine più forti da trasferire in vasi più grandi. Quando le piantine appariranno abbastanza crersciute potrete trapiantarle in un vaso più grande. L'albero di melograno in seguito sarà destinato al vostro orto o giardino. Potrebbe essere necessario attendere alcuni anni prima della maturazione dei frutti e i melograni che otterrete forse non saranno identici al frutto da cui avevate estratto i semi.

    In ogni caso, riuscire a far crescere un albero a partire dai semi dei suoi frutti è sempre una grande soddisfazione. Per quanto riguarda il terreno, ricordate che l'habitat naturale di questi alberi è calcareo. Per piantare il melograno sarebbe dunque preferibile un terreno leggermente alcalino, con valore del pH intorno a 7,5-8.

    Se volete essere precisi, nei negozi di giardinaggio e nei consorzi agricoli si trovano in vendita dei kit per misurare il pH del terreno. In ogni caso una piccola aggiunta di calce alla miscela del terriccio dovrebbe essere sufficiente per ottenere un pH adatto. I melograni amano il sole, dunque se volete che arrivino dei frutti sui vostri alberi, piantateli in posizione soleggiata.

    Potete arricchire il terreno con del compost naturale. In genere gli alberi di melograno preferiscono i climi caldi e secchi ma in Italia di solito resistono senza problemi agli inverni umidi della pianura, soprattutto se durante il giorno possono godere il più possibile della luce. Vedrete fiorire il vostro melograno in primavera e potrete raccogliere i frutti in autunno, a partire da ottobre o novembre.


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    Orchidea senza fiori, cosa fare


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    Orchidea senza fiori... cosa fare quando l’orchidea sfiorisce.
    Come stimolare nuove fioriture e come curare al meglio l’orchidea.

    Le orchidee sono fiori molto amati e diffusi. Nel linguaggio dei fiori sono simbolo di eleganza e raffinatezza, soprattutto per la particolare fioritura…. tutto molto bello ma… cosa fare quando l’orchidea perde i fiori? In questa pagina vi daremo tutte le istruzioni per curare un’orchidea senza fiori. Tra le orchidee più diffuse vi è l’orchidea Phalaenopsis o orchidea farfalla, ecco cosa fare in caso di phalaenopsis senza fiore o di qualsiasi altra orchidea sfiorita: la presente guida è valida per tutte le orchidee sfiorite, a prescindere dalla varietà.

    Orchidea, periodo di fioritura
    Orchidea, fioritura: la fioritura si verifica generalmente verso l’inverno e si protrae fino alla primavera inoltrata. E’ proprio in tarda primavera che i fiori di orchidea inizieranno ad appassire e a cadere uno alla volta, lasciando spoglio lo stelo alla base del quale resteranno solo le foglie.

    Lo stelo dell’orchidea è senza foglie, dovete decidere di reciderlo o di tenerlo. Per avere una nuova fioritura in tempi più brevi, converrà tenerlo.

    Se recidete lo stelo florale dell’orchidea (va reciso alla base, all’inserzione con la pianta) la fioritura successiva avrà origine da un nuovo stelo emesso dopo un anno sempre alla base della pianta.

    Se non recidete lo stelo florale dell’orchidea, dovrete però accorciarlo. Spesso si parla di potatura dell’orchidea, in effetti la potatura dell’orchidea consiste proprio nell’accorciamento dello stelo florale! Per potare lo steso, dovete semplicemente accorciarlo lasciandolo all’atezza del terzo o quarto nodo. Il taglio va eseguito un centimetro sopra il nodo più alto. Dallo stelo vecchio si andrà a formare una nuova infiorescenza con un minore sforzo (e meno tempo) da parte della pianta.

    Radici e foglie sull’orchidea

    In alcuni casi, può succedere che invece della nuova gemma, dal rigonfiamento del nodo più alto dello stelo florale accorciato, si andrà a formare un nuovo germoglio con tanto di radici e foglie. Il germoglio, così formato, potrà essere distaccato dalla pianta madre e messo in un vaso separato… complimenti, avete eseguito una propagazione spontanea dell’orchidea!

    Orchidea senza fiori, cosa fare
    L’orchidea senza fiori necessita di specifiche cure. Le orchidee sfiorite preferiscono un ambiente umido e caldo, con temperature comprese tra i 15 e 34 °C.

    Dalla primavera inoltrata, quanto le temperature aumentano e la pianta avrà perso i fiori, potete spostare l’orchidea all’esterno, sul terrazzo o balcone. L’unica condizione è che dovrete tenere l’orchidea in posizione luminosa o semi-ombreggiata: non deve essere colpita dai raggi diretti del sole!

    Anche se l’orchidea è rimasta ormai senza fiore, dovrete continuare con le concimazioni anche se con una frequenza ridotta. Il fertilizzante è ancora utile alla pianta, anche se questa è sfiorita, servirà a non farle perdere le foglie e a prosperare per tutta l’estate.

    Dalla tarda primavera fino agli albori d’autunno, somministrate del concime liquido di tipo specifico per le orchidee. Il concime va somministrato ogni tre o quattro settimane, diluito in acqua con i dosaggi prescritti sulla confezione del prodotto. In commercio esistono molti concimi per orchidee, potete reperirli nei garden center o sfruttando la compravendita online. Su Amazon degli ottimi fertilizzanti per orchidee si trovano al prezzo di 6 – 8 euro con spese di spedizione gratuite. Per tutte le informazioni vi invitiamo a visitare la pagina ufficiale: “Concimi per orchidee su Amazon“.

    Orchidea senza foglie o con foglie danneggiate

    I raggi diretti del sole possono danneggiare le foglie turgide e carnose dell’orchidea. Quando il sole colpisce le foglie queste possono essere bruciate, possono diventare gialle, danneggiarsi gravemente e infine cadere.

    Questo periodo è anche il più indicato per il rinvaso (primavera-estate, quando l’orchidea è sfiorita). Per tutte le istruzioni su come rinvasare l’orchidea vi invito a leggere la guida Orchidea, guida al rinvaso.

    Orchidea senza radici
    Se la vostra orchidea presenta pochissime radici, questo è il momento giusto per favorirne lo sviluppo. Ponete la pianta in un vaso trasparente: solo in questo modo riuscirete a sviluppare nuove radici forti e vigorose.

    In commercio esistono vasi trasparenti compresi di un contenitore dal diametro leggermente inferiore per consentire il giusto apporto idrico all’apparato radicale.

    Read more at https://www.ideegreen.it/orchidea-senza-fi...DsVSHGU4yKvY.99


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    L'ORCHIDEA

    ALCUNI CONSIGLI SEMPLICI ED EFFICACI PER FARLA RIFIORIRE


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    Se la vostra orchidea non ri-fiorisce, non disperate.

    Seguendo questi 7 semplici consigli, la vostra pianta tornerà a fiorire e a splendere più di prima

    Chi non vorrebbe avere nel proprio soggiorno o veranda centinaia di orchidee, queste bellissime ed eleganti piante fiorite?
    Ma soprattutto chi è riuscito anche a mantenerle in vita a lungo?

    Perché la parte difficile è proprio questa: riuscire a conservare la fioritura il più a lungo possibile e riuscire a far nascere nuovi boccioli.

    Le orchidee infatti sono tra le piante da fiore più diffuse e apprezzate. Hanno colori sgargianti ed esotici, e danno classe e personalità agli ambienti in cui si trovano. È una pianta tropicale perenne, destinata a fiorire e rifiorire, ma è bisognosa di cure adatte.



    L'ORCHIDEA SENZA FIORI.... COSA FARE


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    Cosa fare quando l’orchidea sfiorisce.
    Come stimolare nuove fioriture e come curare al meglio l’orchidea.

    Le orchidee sono fiori molto amati e diffusi. Nel linguaggio dei fiori sono simbolo di eleganza e raffinatezza, soprattutto per la particolare fioritura…. tutto molto bello ma… cosa fare quando l’orchidea perde i fiori? In questa pagina vi daremo tutte le istruzioni per curare un’orchidea senza fiori. Tra le orchidee più diffuse vi è l’orchidea Phalaenopsis o orchidea farfalla, ecco cosa fare in caso di phalaenopsis senza fiore o di qualsiasi altra orchidea sfiorita: la presente guida è valida per tutte le orchidee sfiorite, a prescindere dalla varietà.

    ORCHIDEA - PERIODO DI FIORITURA

    La fioritura dell'Orchidea si verifica generalmente verso l’inverno e si protrae fino alla primavera inoltrata.

    E’ proprio in tarda primavera che i fiori di orchidea inizieranno ad appassire e a cadere uno alla volta, lasciando spoglio lo stelo alla base del quale resteranno solo le foglie.

    Lo stelo dell’orchidea è senza foglie, dovete decidere di reciderlo o di tenerlo.

    Per avere una nuova fioritura in tempi più brevi, converrà tenerlo.

    Se recidete lo stelo florale dell’orchidea (va reciso alla base, all’inserzione con la pianta) la fioritura successiva avrà origine da un nuovo stelo emesso dopo un anno sempre alla base della pianta.

    Se non recidete lo stelo florale dell’orchidea, dovrete però accorciarlo.

    Spesso si parla di potatura dell’orchidea, in effetti la potatura dell’orchidea consiste proprio nell’accorciamento dello stelo florale! Per potare lo steso, dovete semplicemente accorciarlo lasciandolo all’atezza del terzo o quarto nodo. Il taglio va eseguito un centimetro sopra il nodo più alto. Dallo stelo vecchio si andrà a formare una nuova infiorescenza con un minore sforzo (e meno tempo) da parte della pianta.

    RADICI E FOGLIE DELL'ORCHIDEA

    In alcuni casi, può succedere che invece della nuova gemma, dal rigonfiamento del nodo più alto dello stelo florale accorciato, si andrà a formare un nuovo germoglio con tanto di radici e foglie.

    Il germoglio, così formato, potrà essere distaccato dalla pianta madre e messo in un vaso separato… complimenti, avete eseguito una propagazione spontanea dell’orchidea!
    Orchidea senza fiori, cosa fare

    L’orchidea senza fiori necessita di specifiche cure. Le orchidee sfiorite preferiscono un ambiente umido e caldo, con temperature comprese tra i 15 e 34 °C.

    Dalla primavera inoltrata, quanto le temperature aumentano e la pianta avrà perso i fiori, potete spostare l’orchidea all’esterno, sul terrazzo o balcone. L’unica condizione è che dovrete tenere l’orchidea in posizione luminosa o semi-ombreggiata: non deve essere colpita dai raggi diretti del sole!

    Anche se l’orchidea è rimasta ormai senza fiore, dovrete continuare con le concimazioni anche se con una frequenza ridotta.

    Il fertilizzante è ancora utile alla pianta, anche se questa è sfiorita, servirà a non farle perdere le foglie e a prosperare per tutta l’estate.

    Dalla tarda primavera fino agli albori d’autunno, somministrate del concime liquido di tipo specifico per le orchidee.

    Il concime va somministrato ogni tre o quattro settimane, diluito in acqua con i dosaggi prescritti sulla confezione del prodotto. In commercio esistono molti concimi per orchidee.


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    Edited by MaryRosa - 10/8/2018, 17:29
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    COME PIANTARE UN ALBERO DI LIMONE IN VASO


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    Come piantare un albero di limone in vaso
    Il limone cresce in quasi tutte le stagioni dell’anno, ed è possibile anche piantarlo in un vaso, a casa.
    Indispensabile è che la casa sia calda e abbia esposizione al sole la maggior parte del tempo, visto che sono due elementi fondamentali per la crescita di un albero di limone in vaso. Di seguito trovi le istruzioni e tutto il necessario per piantare un albero di limone a casa.

    Si comincia dal seme di limone, che deve essere assolutamente biologico. Poi bisogna procurarsi la terra: il terriccio che vendono nella maggior parte dei negozi di giardinaggio va bene, anche se consigliamo usare un miscuglio di torba, perlite, vermiculite e fertilizzante biologico

    Il vaso è un altro elemento fondamentale: deve essere di dimensioni medie (dai 12 ai 15 centimetri di profondità) e avere buchi per il drenaggio. Considera comunque che quando l’albero raggiungerà una certa dimensione, dovrai comunque cambiare vaso. Il vaso andrà quindi posizionato nell’angolo della casa con più luce solare.

    La germinazione del seme di limone
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    Inumidire il vaso dove pianterai l’albero di limone.
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    Bagnare il terriccio (cercare di bagnarlo tutto).
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    Prendi un limone biologico e taglialo a metà: scegli i semi che secondo te sono i migliori. Prima di metterli nella terra, togli il sapore del limone dal seme (basta metterlo in bocca per qualche minuto). Non asciugarlo prima di piantarlo.
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    Pianta il seme a circa 1,2 centimetri sotto la terra, coprila e irrigala con un nebulizzatore.
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    Copri il vaso con della plastica trasparente in modo da mantenere umidi i semi.
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    .Posiziona il vaso nel punto più esposto alla luce del sole e controllala spesso: è importantissimo che resti umida. Nel caso dovesse asciugarsi, irrigala di nuovo con il nebulizzatore.
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    Dopo circa due o tre settimane il seme germoglierà: a questo punto si può togliere la plastica.

    Una volta germogliato il seme, la pianta continuerà a crescere.


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    IL BASILICO GRECO - MINIMUM BASILICUM


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    La Pianta di Minimun basilicum è una pianta originaria dell’India.
    Il basilico greco noto anche con il nome
    Esso si differenzia dalle altre varietà di basilico in quanto ha una struttura esterna che cresce a forma di cespuglio, le foglie sono molto verdi, piccole, allungate e molto profumate.

    Oltre a queste caratteristiche esso è in grado di sopportare climi freddi.

    Può essere coltivato in piena terra o in vaso ed è utilizzato per aromatizzare i cibi e le pietanze preparate in cucina.

    Il basilico greco appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, e durante la stagione primaverile ed estiva (da giugno ad agosto) è possibile osservare delle infiorescenze caratterizzate da fiori molto piccoli e di colore bianco.

    Un’altra caratteristica che lo differenzia dal comune basilico è il tipico profumo meno pungente e più dolce.



    LA COLTIVAZIONE DEL BASILICO GRECO


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    Il basilico greco, come affermato in precedenza, può essere coltivato sia in vaso e sia in giardino.

    Esso predilige temperature comprese tra i 20 e i 25 °C, anche se può essere messo a dimora in un ambiente con temperature più alte ma non più basse dei 10 °C. necessita di annaffiature abbondanti ricordando di far asciugare bene il terriccio tra un’annaffiatura e l’altra evitando in questo modo i ristagni idrici.

    Per quanto riguarda il rinvaso delle piantine, occorre praticarlo durante la stagione primaverile. Non ha bisogno di una particolare struttura del terreno, ciò che importa è che sia molto fertile, con un pH neutro e ben drenato.

    Nel caso in cui si decida di mettere la pianta di basilico greco in vaso, occorre preferire quello in terracotta in modo tale da far respirare il terriccio presente al suo interno.


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    LE BERGENIE o FIORI DI SAN GIUSEPPE


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    Le Bergenie o Fiori di san Giuseppe sono fiori che ornano le bordure del nostro giardino all'arrivo della Primavera.

    La bergenia è una piccola pianta sempreverde originaria dell'Asia centrale e meridionale, spesso utilizzata coma tappezzante.

    E' caratterizzata da folti ciuffi di grandi foglie curiose, tondeggianti o cuoriformi, con bordi ondulai o dentellati, di colore verde scuro, che diventano rossastre in autunno.

    Dal centro dei ciuffi alla fine dell'inverno si sviluppano steli che si stagliano al di sopra del fogliame, su cui sbocciano mazzetti di piccoli fiori campanulati, di colore vario dal bianco al porpora, che solitamente tendono a scurire; la fioritura può durare parecchie settimane, soprattutto se le spighe sfiorite vengono tagliate.

    I fiori presentano differenti tonalità che variano dal bianco al rosa intenso attraversando varie sfumature.

    E' perenne con foglie carnose verde intenso che in autunno assumono una colorazione rossastra. I fiori sono rosa intenso e si aprono in primavera.
    Si adatta a tutte le posizioni dall'ombra al sole e preferisce terreni fertili, ricchi, ben drenati.

    Questa specie è particolarmente adatta per realizzare bordure nei giardini.


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    Le Bergenie sono specie perenni che crescono bene in qualsiasi posizione dal pieno sole all'ombra completa; la maggior parte delle varietà di bergenia non teme il freddo, si consiglia di evitare B. ciliata nei luoghi ad inverno molto freddo.

    Sono perenni con foglie carnose verde intenso che in autunno assumono una colorazione rossastra.
    I fiori sono rosa intenso e si aprono in primavera.

    Se decidete di collocare le vostre bergenie in pieno sole si consiglia di ombreggiarle nei periodi più caldi dell'anno, per evitare che le foglie vengano bruciate dal calore intenso.

    Basta posizionarle in una zone riparata del giardino o del terrazzo per garantire loro le migliori condizioni di sviluppo.

    Annaffiature

    bergenia Per quanto riguarda le annaffiature, la bergenia necessita di abbondanti quantità d'acqua; un'accorgimento da tenere in considerazione è cercare di evitare che il terreno asciughi troppo, quindi fornire acqua spesso, anche ogni settimana, nel periodo che va da marzo a ottobre; in inverno si possono sospendere le annaffiature, controllando comunque il terreno nei periodi più miti. Nel periodo vegetativo p bene aggiungere ogni 15-20 giorni del concime per piante da fiore all'acqua delle annaffiature, oppure si può porre sul terreno intorno alle foglie del concime a lenta cessione.

    Terreno

    terreno bergenia Le bergenie sono piante molto rustiche, che si sviluppano bene in qualsiasi terreno, purché sia ben drenato. Nonostante cio, se dobbiamo scegliere un terriccio ideale per le nostre piante, questo presenterà sicuramente un ph alcalino. E' possibile utilizzare un terriccio generico aggiungendo allo stesso parti uguali di torba e sabbia.

    Moltiplicazione

    Se desiderate riprodurre le piante di bergenia, in primavera è possibile dividere i cespi della pianta, avendo cura di mantenere in ogni porzione praticata alcune radici vigorose; le nuove piante si possono subito porre a dimora. Nello stesso periodo è possibile anche seminare le bergenie, in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali, volendo si può provare a seminarle direttamente a dimora.


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    IL CORBEZZOLO E' UN FRUTTO COLTIVATO E CONSUMATO FIN DALL'ANTICHITA'


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    Il corbezzolo (Arbutus unedo) è una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle Ericaceae ed è diffusa nelle regioni che presentano un clima mediterraneo.

    Durante la fioritura, solitamente in autunno, i suoi piccoli fiori bianchi a forma di campanella formano un’allegra cascata di colore destinata a trasformarsi in un frutto a bacca dal colore rosso vivo e il gusto dolcissimo.

    Il corbezzolo da secoli è protagonista degli splendidi giardini all’italiana e oggi è diffuso in Toscana, nelle Marche ed in alcuni punti del Lazio. All’estero la troviamo oltre che in Tunisia, tra le mura dei riad marocchini, alle Canarie e in Irlanda.

    Il corbezzolo è un arbusto resistente alla siccità, e tollera leggermente il freddo, fino a circa -10/-15°C., è un arbusto rustico e resistente a molti parassiti. Vegeta in terreni sub-acidi, anche rocciosi.

    Il corbezzolo, fiorendo in inverno, fruttifica solo in zone a clima mite dove le api possono impollinare, nel sud italia, anche se la piante riesce vivere in inverni più freddi (come nespolo del giappone).

    Una curiosa proprietà del corbezzolo è quella di ospitare, tra ottobre e novembre, nella stagione della fioritura, contemporaneamente i fiori, frutti immaturi e frutti maturi.

    Questo succede perché, dopo la fioritura, al frutto occorrono due anni per giungere a maturazione passando dal color verde a quello rosso. Il forte contrasto di colori di questo arbusto lo rende particolarmente adatto come pianta ornamentale nei giardini. Il corbezzolo è una pianta a crescita rapida e molto longeva, può arrivare a vivere per diversi secoli.

    Il corbezzolo possiede numerose proprietà terapeutiche.

    Le foglie di corbezzolo contengono numerosi tannini: essendo un validissimo antisettico urinario, potrete preparare con facilità un infuso di corbezzolo utilizzando circa 6-7 grammi di foglie di corbezzolo per ogni tazza d’acqua, lasciandole in infusione per 15 minuti. L’infuso di corbezzolo vi aiuterà a combattere cistite e infiammazioni della vescica.

    Dai fiori del corbezzolo si ricava un miele ottimo e particolarmente prezioso in quanto, avvenendo la fioritura tra ottobre e novembre, negli autunni più freddi della media le api non sono attive e quindi non è ricavabile tutti gli anni.

    Dal frutto si può ricavare l’aceto di corbezzolo utilizzando una manciata di corbezzoli poco maturi, 6 foglie di alloro e un litro di aceto: basta mettere alloro e corbezzoli in una bottiglia, aggiungere l’aceto, chiudere ermeticamente e lasciar riposare il composto in un luogo fresco e asciutto, al buio, per tre settimane.
    I corbezzoli matureranno all’interno della bottiglia raggiungendo il colore rosso che li contraddistingue: con l’aceto al corbezzolo si possono condire le insalate dandogli un gusto davvero speciale.

    È possibile anche preparare la marmellata di corbezzolo: lavare i corbezzoli e metterli in pentola coprendoli con acqua fredda: i frutti devono bollire per circa 20 minuti, poi vanno schiacciati attraverso un colino fitto in modo da separare semi e polpa. Una volta ottenuta la polpa (circa 500 grammi), aggiungere 140 gr di zucchero di canna e il succo di mezzo limone spremuto: fare bollire in una pentola a fuoco vivace per dieci minuti. A questo punto la marmellata di corbezzolo è pronta. Si tratta di qualcosa che i nostri nonni sapranno apprezzare più di noi.

    I frutti si possono anche consumare direttamente, oppure conservarli sotto spirito, o utilizzarli per preparare, oltre alle confetture, mostarde e liquori, cuocerli nello zucchero per caramellarli;

    con la fermentazione forniscono una buona acquavite e facendoli macerare per 10-30 giorni in soluzione alcolica se ne ottiene un delicato liquore in uso specialmente nelle Marche e in Corsica.

    Nelle Marche, e specificamente nella zona del promontorio di Monte Conero, una secolare tradizione voleva che gli abitanti della zona accorressero nel giorno dei santi Simone e Giuda (28 ottobre) nelle selve per cibarsi abbondantemente dei frutti del corbezzolo incoronandosi dei rami della pianta, perpetuando così un rito bacchico rivisitato in chiave cristiana.

    Oggigiorno la festa del corbezzolo non è più celebrata ufficialmente, ma gli abitanti della zona del Conero amano ancora recarsi nei boschi del promontorio per raccogliere i corbezzoli durante le belle giornate autunnali.


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    COME COLTIVARE LA LAVANDA



    La lavanda è una pianta perfetta : Ha fiori violetti che danno colore e, soprattutto, è un perfetto deodorante per ambienti, visto l’intenso profumo che ha.

    I fiori della lavanda possono essere usati anche in cucina, per insaporire i dolci o per una tisana saporitissima, e, se fatti seccare, sono ottimi da mettere negli armadi per profumarli.

    Coltivare la lavanda in casa ha, quindi, molti vantaggi.

    Sebbene la pianta richieda qualche cura, farla fiorire nel migliore dei modi non è di certo impossibile. Ecco qualche semplice istruzione per coltivare la lavanda in casa o nel tuo giardino.

    Come coltivare la lavanda in casa

    La lavanda è una pianta profumatissima che può essere coltivata anche in casa seguendo qualche piccolo accorgimento. Ama il clima mediterraneo, quindi, anche in casa, avrà bisogno di un’esposizione solare prolungata e di una temperatura gradevole. Importantissimo, per la lavanda, è il terreno drenante. La lavanda, infatti, non sopravvive in caso di ristagni d’acqua. Attenti al sottovaso, dunque. Per coltivare la lavanda in casa nel modo corretto, seguite le istruzioni.

    Istruzioni per coltivare la lavanda

    Se riuscirete a coltivare una bella piantina di lavanda in casa, vedrete che bei colori e che profumo intenso.

    Ecco seguite le istruzioni :

    - Scegliete la vostra pianta. La lavanda è disponibile in diverse varietà: inglese, spagnola e francese.
    Quella francese è meno aromatica delle altre, ma è la migliore se dovete coltivarla in casa.
    Leggete attentamente le etichette al momento di scegliere la vostra pianta presso un coltivatore locale. Riconoscerete la varietà francese grazie alle foglie seghettate.

    - Lasciatela seccare completamente tra un’annaffiatura e l’altra.
    Alla vostra lavanda francese piace bere tanto ma odia i ristagni.
    Ignoratela per un po’ fino a quando il terreno non diventi asciutto al tatto.

    - Partite con il piede giusto scegliendo il terreno più adatto.
    Aggiungete un po’ di concime calcareo e di sabbia a una buona miscela di terriccio standard.
    Ponetela in un vaso capiente, poiché la lavanda francese non ama stare stipata.

    - Garantite una buona circolazione dell’aria.
    Alla lavanda piace un po’ di venticello e aria fresca, perciò dovete essere sicuri di posizionarla in un luogo, in casa, ben ventilato.

    - Posizionate inoltre il vaso in un luogo soleggiato.
    La lavanda ama molto la luce del giorno, dunque assicuratevi che abbia un posto vicino alla finestra nella vostra casa.

    - Datele un po’ di respiro verso la fine dell’estate, ponendola in un luogo luminoso e riparato per alcune settimane per stimolare la crescita e “arieggiarla.”

    Suggerimenti per coltivare la lavanda

    Se la vostra casa è molto secca durante l’inverno, mettete un sottovaso con ghiaia sotto la pianta di lavanda. Versate un po’ d’acqua sulla ghiaia e mantenetela umida.
    Ciò contribuirà a mantenere una certa umidità intorno alla vostra pianta.
    Non esagerate con l’acqua, però, perchè la lavanda è soggetta a marciume radicale, perciò cercate di mantenere la radice asciutta.


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    COME CREARE E CURARE UNA SIEPE DIVISORIA IN GIARDINO


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    Come creare una siepe :

    1) Piante da siepe: elenco e caratteristiche delle varie piante da siepe. Siepe bassa o alta. Siepe fiorita, siepe rampicante, resistente al freddo o all’ombra. Esigenze e cure.

    Le piante da siepe rappresentano una soluzione valida per delimitare i confini dei nostri giardini, per nascondere zone particolare o antiestetiche, come muri o reti metalliche. Le piante che si prestano alla realizzazione delle siepi sono varie, alcune sono sempreverdi, alcune sono arbustive, altre rampicanti, talune possiedono fioriture spettacolari.

    Prima di acquistare le piante bisogna fare delle valutazioni: ho lo spazio utile? Il clima e l’esposizione sono giuste? Avrò tempo per prendermene cura? Ecco non limitiamoci al gusto personale ma anche alle esigenze della pianta in questione. Ma vediamo nel dettaglio quali piante da siepe scegliere per il nostro giardino.
    Piante da siepe, elenco

    Nell’elenco delle piante per siepi vi forniremo alcune indicazioni per favorire una scelta razionale. Per esempio, una siepe di cipresso è perfetta per giardini di grandi dimensioni, mentre per i giardini di medie dimensione sono consigliabili il pittosporo, il ligustro e l’evonimo.
    Siepe di cipresso

    Una delle piante a rapida crescita è il cipresso, si adattano bene a grandi spazi, ma attenzione alle crescita. Con il tempo, una siepe di cipresso può diventare enorme. I cipressi diventano alberi giganteschi, tendono a crescere molto in altezza e ad allargare tronco e rami, spogliandosi alla base.
    Siepe di pittosporo

    Adatta a giardini di medie dimensioni. E’ facile da coltivare, resiste bene al caldo e al sole. Produce fiori profumati e presenta foglie lucenti.
    Siepe di ligustro

    Il ligustrum è una pianta di origine giapponese, un arbusto sempreverde adatto alla coltivazione di siepe in vaso o in pieno campo. Vi sono varietà molto resistenti al freddo.
    Siepe di evonimo

    Si adatta bene a creare siepi basse o di media altezza. Si possono realizzare ciuffi isolati o che costeggiano un perimetro. Adatta anche alla coltivazione della siepe in vaso.
    Siepe Acuba

    L’Acuba japonica (acuba giapponese) è la pianta ideale per chi intende coltivare una siepe all’ombra. Ne esistono diverse varietà, con fogliame uniforme o screziato.
    Siepe Griselinia littoralis

    La griselinia cresce bene a mezz’ombra o in pieno sole. Presenta una crescita di circa 30 cm all’anno e si adatta benissimo alla siepe di un giardino fronte mare (resiste al vento e alla salsedine, proprio come l’oleandro). Produce piccoli fiori giallo-verdi.
    Siepe di alloro e siepe di lauro ceraso

    Se volete realizzare una siepe profumata dalle foglie aromatiche, l’alloro e il lauroceraso fanno al caso vostro.
    Siepe di bosso

    Se intendete realizzare una siepe non troppo alta, è indicato il bosso, si tratta di una delle poche pianta che si presta ottimamente alla potatura e alla realizzazione di sculture topiarie.
    Siepe di bambù

    Una siepe di bambù è ottima per schermare l’ambiente circostante. Attenzione a limitarne la crescita perché si tratta di piante molto resistenti che possono diventare invasive.
    Siepe di oleandro

    Se disponete di grandi spazi grandi e amate le fioriture policromatiche potete optare per esemplari di diverso colore di oleandri. Gli oleandri consentono la realizzazione di graziose siepi fiorite. Per schermare a basse altezze (1,5 2 metri) vanno bene quelle a cespuglio, per schermare a 3 metri circa sono indicate quelle ad alberello.
    Siepe di fotinia o photinia

    La fotinia o photinia è una pianta aromatica dal forte impatto ornamentale. E’ conosciuta come la siepe rossa per il suo fogliame dal tipico colore scarlatto. Parliamo di una siepe molto resistente che può adattarsi a diversi ambienti. Resiste alle potature quindi è semplice impartire una forma ordinata. Per la siepe mostra crescita vigorosa anche quando mantenuta molto compatta.
    Siepe di crespino o barberis

    Parliamo di una siepe arbustiva con fitte ramificazioni. In genere la siepe di crespino viene scelta per le sue foglie ornamentali e per le bacche colorate.
    Siepe di piracanta

    La piracanta è una pianta molto forte. Perfetta per chi cerca una siepe fiorita dall’elevato valore ornamentale. Dai fiori, poi, si sviluppano bacche colorate. La piracanta è una pianta da siepe sempreverde resistente a diverse avversità. Nella parte bassa presenta molte spine così terrà lontani cani e gatti che generalmente tendono a rifugiarsi ai piedi delle siepi.

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    COME CURARE UNA SIEPE :

    quali sono le cure da dedicare alla siepe di lauroceraso, alloro, bosso, tasso o photinia. Le cure da dedicare a qualsiasi tipo di siepe del giardino.

    E’ vero, ogni pianta ha le sue esigenze specifiche ma possiamo fornirvi le indicazioni generali delle cure da rivolgere alle siepi, siano esse di alloro, lauroceraso, bosso, tasso, photinia, oleandro o cipresso! Tutti sanno che bisogna dedicare le giuste potature alla siepe ma molti dimenticano che, al pari di ogni pianta, è necessario rivolgere cure specifiche.

    Come potare una siepe:

    E’ disponibile la guida dedicata alla potatura della siepe

    La Sarchiatura del terreno sotto la siepe

    A prescindere dal tipo di siepe, è necessario, periodicamente, provvedere alla pulizia del terreno. Soprattutto in autunno e in estate: eliminate le malerbe ai piedi della siepe e togliete le foglie cadute.

    In autunno e in primavera, si raccomanda di eseguire una leggera sarchiatura del terreno.
    Se il terreno ai piedi della siepe non è stato lavorato da molto tempo, noterete che è molto compatto.
    Più il terreno è compatto e più la sarchitura dovrà essere profonda per smuoverlo… facendo però attenzione a non raggiungere mai le radici.

    Come concimare la siepe

    Il terreno non va solo pulito e sarchiato. La qualità del suolo è importante e per questo dovreste interrogarvi su come concimare le siepi. Al momento della lavorazione del terreno, incorporate del buon terricciato di letame maturo o di compost. Nell’ideale, dovrete aggiungere 5 kg per ogni metro lineare di siepe.

    Perché non dovete usare concimi specifici per la pianta che state coltivando? Semplicemente perché i concimi specifici hanno una forte componente mineraria. I concimi minerali fanno sì che l’azoto venga assorbito troppo velocemente dando alla pianta uno stimolo eccessivo, sconveniente soprattutto in autunno quando la pianta si prepara ad affrontare il freddo. Il compost o il terricciato di letame, forniscono una scorta di nutrimento a lungo termine, sono a lentissima cessione e migliorano le qualità del terreno.

    Usate dei concimi liquidi in caso di siepe con foglie gialle o siepe con foglie che cadono. In questo contesto potrebbe essere utile una concimazione di emergenza con sangue di bue.

    la Pacciamatura

    Per tutelare la salute del terreno è conveniente praticare la pacciamatura. Aggiungete uno strato di materiale pacciamante ai piedi della siepe. Lo spessore dovrà essere di almeno 5 – 8 cm.
    La pacciamatura è utile al fine di proteggere la struttura del suolo e la sua fertilità, inoltre, in inverno, mette al riparo la pianta proteggendo le radici dalle gelate.

    Come curare la siepe, legature e controlli periodici

    Chi ha una siepe coltivata in forma libera dovrà ricorrere alle legature per proteggere la siepe in inverno in caso di neve e forte vento. La legatura impedisce ai rami delle piante di aprirsi e di spaccarsi sotto l’azione del vento o del carico di neve. Per proteggere le siepi coltivate con forme geometriche, basterà predisporre dei cavi di appoggio per evitare che il vento o il peso della neve possa spezzare i rami. Per le legature potete usare un cordino in materiale plastico. Agite fin dal mese di ottobre, così da essere pronti fin dalle prime nevicate.

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    L'ORCHIDEA ... UN FIORE SPECIALE


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    L'Orchidea, è un fiore speciale, apparentemente delicato e fragile, è in realtà molto forte. La sua bellezza è riuscita a colonizzare quasi ogni habitat della Terra.
    A rivelarlo un nuovo studio condotto in Cina, che ne ha sequenziato il genoma scoprendo interessanti novità sull'evoluzione.

    Il team di ricerca dell'Orchid Conservation and Research Centre of Shenzhen ha esaminato i geni di una serie di orchidee, prima tra tutte l'Apostasia shenzhenica, che cresce selvaggia nelle montagne della Cina sudorientale. Esse fanno parte della sottofamiglia dell'Apostasiodea che si è separata dalla famiglia delle Orchidacee milioni di anni fa.

    Le Apostasioideae comprendono solo due generi (Apostasia e Neuwiedia), costituite da specie terrestri che si trovano nelle aree umide dell'Asia sudorientale, del Giappone e dell'Australia settentrionale.
    Sebbene condividano alcuni elementi con le altre orchidee (ad esempio i piccoli semi), possiedono diversi tratti unici, i più evidenti dei quali riguardano la forma dei loro fiori.

    Questi ultimi sono considerati il ramo evolutivo di base delle orchidee che noi conosciamo e sono caratterizzate dalla presenza di 2 o 3 stami. Ciò le differenzia dalle loro simili visto che gran parte delle orchidee ne presenta solo uno.

    I nuovi dati forniscono nuove informazioni relative all'evoluzione dell'orchidea, suggerendo che le caratteristiche distintive trovate solo nelle orchidee della sottofamiglia dell'Apostasiodea hanno giocato un ruolo chiave nell'evoluzione.

    Tutte le orchidee hanno una serie di caratteristiche uniche che le rendono speciali e immediatamente riconoscibili, dalle più pregiate alle più comuni. Tra queste, il fatto di essere particolarmente leggere e la capacità di crescere su altre piante, usandole come supporto, ma anche lo sviluppo del labello, il petalo dal particolare aspetto che funge da richiamo per gli insetti impollinatori, e del gynostemium o column, che riguarda la riproduzione.

    “La ricerca rivela che gli elementi di questo 'progetto' appaiono proprio all'inizio dell'evoluzione della famiglia delle orchidee e potrebbero aver aiutato nella spettacolare evoluzione successiva delle 26.500-28.000 specie che oggi conosciamo” ha detto il dottor Trevor Dines di Plantlife.

    L'orchidea è una delle più grandi famiglie di piante da fiore. Molte vengono coltivate proprio per i loro bei fiori, altre hanno importanza economica, come quella che produce la vaniglia.


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    COME COLTIVARE IL MELOGRANO

    IN GIARDINO O IN VASO SUL BALCONE



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    Come coltivare il melograno in giardino o in vaso. La raccolta inizia nel mese di ottobre
    Si tratta di un albero dalle dimensioni modeste, in grado di adattarsi bene alle diverse temperature come il caldo estivo e il freddo invernale.

    LE PROPRIETÁ DEL MELOGRANO

    Il Melograno è : Diuretico, antiossidante, in grado di contrastare l’arteriosclerosi e le malattie cardiovascolari e dalle proprietà anti-tumorali, il melograno è un frutto ricco di proprietà importanti per la salute.
    Il suo contenuto di vitamina C e vitamine del gruppo B, fibre, proteine, fosforo e una buona quantità di sodio, magnesio e ferro lo rendono un alimento importante da non farsi mai mancare in casa durante la stagione giusta.

    COME COLTIVARE UN ALBERELLO DI MELOGRANO

    E che ne dite di provare a coltivare direttamente in giardino o in vaso sul balcone la pianta del melograno? Si tratta di un albero dalle dimensioni modeste che, in genere, non supera i 5-6 metri d’altezza e in grado di adattarsi bene alle diverse temperature come il caldo estivo e il freddo invernale: l’importante è che, in quest’ultimo caso, non sia eccessivo in quanto la pianta non tollera temperature di – 20 °C.

    QUANDO COLTIVARE IL MELOGRANO

    Il periodo migliore per avviare la coltivazione è quello che va dall’autunno alla fine della stagione invernale nelle regioni del Centro-Sud e la primavera per quanto riguarda invece le regioni del Nord Italia.

    IL TERRENO

    Dopo aver acquistato la pianta del melograno in un vivaio, ponetela a dimora in un terreno ben drenato in cui potete eventualmente aggiungere anche del terriccio fresco e del concime naturale.
    In particolare, nel periodo compreso tra aprile e agosto, almeno una volta al mese concimate il terreno con un fertilizzante naturale.

    Scegliete inoltre una posizione abbastanza luminosa e soleggiata: la pianta del melograno non ama l’ombra. Allo stesso tempo però, fate in modo che la pianta sia protetta dalle piogge forti e soprattutto dalle grandinate che potrebbero rovinare i frutti durante il periodo della maturazione.

    LE ANNAFFIATURE

    Il melograno è una pianta che non richiede molta acqua e che è in grado di sopportare bene la siccità anche se per brevi periodi: innaffiate pertanto l’albero una volta a settimana se optate per la coltivazione in giardino, ogni due settimane se avete scelto la coltivazione in vaso. Attenzione inoltre ai ristagni idrici.

    LA POTATURA DEL MELOGRANO

    Per avere un buon raccolto, è importante, a fine inverno, effettuare una leggera potatura della pianta in modo da rimuovere i rami secchi. Ricordate però che la formazione dei fiori e dei frutti avviene nella parte finale dei rami pertanto badate bene a non accorciarli eccessivamente in modo da non pregiudicarne lo sviluppo. Gennaio, febbraio e marzo i mesi ideali in cui avviare la potatura della pianta.

    LA RACCOLTA DEI FRUTTI

    Raccogliete i frutti non quando sono già maturi ma quando sono sul punto di maturare: continueranno così il processo di maturazione e potrete conservarli più a lungo.

    COME COLTIVARE IL MELOGRANO IN VASO

    Per quanto riguarda infine la coltivazione in vaso della pianta del melograno, valgono le stesse indicazioni concernenti quella in giardino. L’importante è scegliere una varietà nana che in genere non supera il metro di altezza, riporre il vaso in una posizione abbastanza soleggiata e fare in modo che il terreno non rimanga secco e arido per troppo tempo.


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    I CROCUS



    L'autunno è alle porte ed è il momento ideale per piantare i fiori che sbocceranno in primavera!
    Approfittiamo delle ultime giornate di caldo per dedicarci al giardinaggio e garantirci un davanzale ricco di colori e profumi.
    Questo periodo è particolarmente indicato per piantare i bulbi di crocus che sbocceranno tra febbraio e maggio ed orneranano cos le nostre aiuole.

    I bulbi di crocus vanno piantati in autunno perché possano fiorire in primavera.

    Iniziano a crescere e a sbocciare nella prima parte della primavera, talvolta anche quando il terreno è ancora ricoperto dalla neve. Per piantare i crocus in modo corretto è necessario rispettare alcune regole relative al tempo e al terreno, scopriamole insieme.

    Acquistare i Bulbi di Crocus

    In Settembre, acquista almeno una dozzina di bulbi di crocus. La maggior parte dei bulbi vengono piantati in gruppi di 6-12, a causa delle ridotte dimensioni dei fiori. L'impatto visivo sarà maggiore davanti ad un buon numero di fiori.
    Pianifica di piantare i bulbi o i cormi nei mesi di Settembre e Ottobre. Ma meglio in settembre.
    Calcola sei-otto settimane prima dell'inizio delle gelate più rigide. E' quello il momento migliore per piantare i tuoi bulbi e dare inizio al tuo progetto.
    Scegli un luogo soleggiato. Ricorda che l'area dove andrai a piantare i crocus dovrà essere soleggiata anche in primavera, e non solo in autunno.

    Piantare i Bulbi di Crocus

    Zappa il terreno ad una profondità di 30-35 cm. Smuovi le zolle con vanga e forcone. Pianta i bulbi di crocus lungo i bordi delle aiuole o sotto l'erba.
    Puoi anche piantare i bulbi direttamente nel prato.
    Aggiungi alla terra 5-10 cm di compost. Se possibile, lascia riposare la miscela di terra e compost per due settimane.
    Scava un buco di circa 7-8 cm di profondità. Dovrai piantare i cormi di crocus ad una profondità pari al doppio della loro ampiezza. I bulbi dovranno essere disposti a circa 7,5-10 cm l'uno dall'altro.
    Ricorda di piantare i cormi in gruppi anziché creare delle righe.
    Grazie a questa conformazione, si ambienteranno e si diffonderanno con maggior facilità.
    Distribuisci della farina di ossa nel buco prima di piantare i bulbi. E' un fertilizzante che contiene una fonte naturale di fosforo ed è ottima per il sistema delle radici della pianta.
    Gira i cormi con la parte appuntita verso l'alto. Infilali nel terreno. Copri i bulbi con la terra e pressala leggermente.
    Dopo averli piantati, annaffia i tuoi bulbi in modo uniforme. Assicurati che il terreno sia ben drenato, così che i bulbi non rischino di marcire.
    Copri l'area con 5-10 cm di pacciame per trattenere l'acqua e proteggere i crocus dalle intemperie.

    Attendi l'arrivo della primavera per continuare a prendertene cura.

    Prendersi Cura delle Piante di Crocus

    - Non annaffiare i crocus in modo eccessivo. Poiché nasceranno all'inizio della primavera, le piogge e la neve saranno sufficienti a mantenerli in salute.

    - Non tagliare il prato in cui i crocus si sono ambientati fino a quando le foglie non inizieranno a morire.

    - Meglio utilizzare le bordure per piantare i bulbi dei crocus.

    - Ripeti la pacciamatura e l'annaffiatura ad ogni autunno. Se curati nel modo appropriato i crocus possono durare fino a 20 anni

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    LA BELLA DI NOTTE - E I SUOI COLORI


    La bella di notte è un fiore notturno. Forse uno dei più belli e presenti nel nostro paese. Talvolta arriva addirittura ad essere infestante per quanto la sua presenza sia difficile da sradicare. Eppure il suo significato è quasi inimmaginabile se pensiamo a questa sua caratteristica.


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    Il vero nome della bella di notte, come molti di voi sapranno è in realtà mirabilis jalapa. Si tratta di una pianta erbacea perenne che nel periodo estivo si esprime in tutta la sua bellezza e scenograficità. Nei confronti di questo esemplare l’apprezzamento non è sempre scontato ed è un vero peccato, visto che molte sue varietà giocano con i colori in modo straordinario. Lo ricordiamo, la bella di notte è un fiore notturno, ciò significa che i suoi fiori si aprono all’imbrunire, regalandoci uno spettacolo grandioso solo nelle ore della notte.


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    Il suo significato è correlato a questa sua caratteristica: nel linguaggio dei fiori esso significa infatti “timidezza”.
    E come altro definire una fioritura tanto bella che decide di non farsi vedere alla luce del sole?
    Vi è una leggenda correlata alla Mirabilis jalapa che racconta di come una notte la luna abbia sentito, insieme agli rumori,un pianto lungo e sommesso.
    Un piccolo pianto che non accennava a fermarsi.

    Si perde nella notte dei tempi la leggenda del fiore più bello.
    Il fiore che allieta le notti di tutti gli uomini insonni perché li attende sveglio d’estate quando non riescono a prendere sonno: le belle di notte.


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    LA BELLA DI NOTTE


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    Quantità e frequenza delle irrigazioni

    Le Belle di notte non sono piante particolarmente esigenti ma per poter ottenere il meglio da loro è indispensabile saperle annaffiare nella maniera corretta e nel momento giusto.
    Le annaffiature devono essere frequenti e particolarmente abbondanti nel momento compreso tra la primavera e l'estate.
    Nei periodi più caldi, in particolare, è bene procedere almeno con un'irrigazione al giorno, principalmente da effettuare al mattino in modo che l'acqua possa essere assorbita al meglio prima del sopraggiungere delle ore più calde.
    Tra un'operazione e la successiva è bene attendere che il terreno si asciughi completamente.
    La Bella di notte ama il terreno ben umido e fresco, ma non devono crearsi dei ristagni idrici che, comunque, non sono assolutamente tollerati dalla pianta e sarebbero molto pericolosi.

    La coltivazione e la cura

    Varietà belle notte La coltivazione delle Belle di notte è davvero semplicissima. Non sono, infatti, particolarmente esigenti a livello colturale, innanzitutto per la tipologia di terreno ideale.
    Questo dovrebbe essere, solo preferibilmente, leggero e ricco di sostanze organiche, ma le elevatissime capacità di adattamento di queste piante permettono loro di crescere anche in condizioni più complicate.
    Tra febbraio e marzo si effettua la semina in serra o in casa. Nei vasi va inserita della torba con un fondo drenante di ghiaia, da posizionare in luoghi riparati. La messa a dimora avviene tra aprile e maggio.
    Tra novembre ed aprile è bene dissotterrare i tuberi, la cui parte superficiale sarà secca, conservandoli al riparo dal freddo fino all'avvento della successiva primavera. Importantissime le cimature periodiche.

    La concimazione

    Varietà colori Come avviene per qualunque altra pianta esistente al mondo, anche per le Belle di notte vale la regola generale secondo cui, solamente con una buona concimazione si possono ottenere piante e fiori realmente al meglio.

    La Bella di notte, effettivamente, ha necessità di essere concimata con un concime specificatamente ideato per le piante da fiore da diluire all'interno dell'acqua utilizzata per l'annaffiatura e da somministrare con una cadenza periodica di circa 20 giorni tra un'operazione all'altra.

    Ogni 3 mesi circa, poi, è possibile integrare il fertilizzante liquido con uno granulare a lenta cessione, sempre dedicato alle piante fiorite, e indispensabile per lo sviluppo della pianta e per la produzione di fiori colorati e visibilmente in salute.
    Tra tutti gli elementi essenziali, il potassio è quello indispensabile.


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